Cari dirigenti del partito democratico: sono uno scrittore, e fino a quest’anno non avevo mai preso la tessera di alcun movimento o soggetto politico.
Nel 2009 l’ho fatto, nella sede PD di San Lorenzo, Roma, perché anche se uno che fa questo lavoro ha come malattia professionale quella del dubbio continuo, dell’eccesso di critica, del porsi sempre troppe domande, dell’inventare realtà e personaggi, del farsi trascinare dalla fantasia, comunque mi sembrava il momento.
Ho scelto di entrare nel PD, come militante critico, come ce ne sono migliaia, credo, centinaia di migliaia, in tutta Italia.
Vi disturbo per chiedervi, immaginando che già in molti l’abbiano fatto, ma non avendo ancora sentito una risposta convincente: perché non possiamo fare le primarie in Puglia? E ancora: perché Vendola non può essere il nostro candidato, se le vince? Il problema delle candidature alle regionali è senz’altro più complesso di come appare a noi, semplici iscritti: le alleanze e le correnti e i bilanciamenti e il peso specifico e il peso mediatico e gli scenari futuri, sì, ma il punto è, non può che essere: cosa ha di sbagliato Nichi Vendola?
È di sinistra, ha amministrato bene, ha già vinto una volta le elezioni, o no? E se non è così, mi chiedo se non sia giunto il momento di dirlo: ha governato male, o non troppo bene, è insopportabile, superficiale, inelegante, fuorimoda, troppo magro o troppo alto?
Si dice: il problema è che dobbiamo vincere. Chi mai potrebbe non essere d’accordo? Ma non credete che se terremo Vendola fuori dalla porta delle primarie, e senza alcuna spiegazione forte, perderemo lo stesso, e con un calo di simpatie, diciamo così, anche in campo nazionale? Scusate, davvero, per le troppe domande, è la malattia professionale, come dicevo all’inizio.
Criticamente vostro, Flavio Soriga.