venerdì 13 giugno 2008

L’«Economist»: Pd troppo buono, opposizione fantasma altro che britannica

ROMA. Per l’Economist Walter Veltroni «rischia di essere troppo buono con Silvio Berlusconi» e il suo governo-ombra potrebbe diventare «un’opposizione fantasma». Nel numero da oggi in edicola, il settimanale britannico critica fortemente il leader del partito democratico e gli rinfaccia di essersi lasciato sfuggire «una serie di occasioni per mettere in imbarazzo il governo» e di aver così contribuito al rafforzamento della popolarità di Berlusconi. Tra le occasioni perse, l’Economist cita la mancata richiesta di maggiori dettagli sulle accuse mosse al presidente del Senato Renato Schifani dal giornalista Marco Travaglio per «rapporti di affari con persone poi condannate per mafia« e i mancati affondi contro il governo per il caso Alitalia, per le «aspre misure su immigrazione e sicurezza» e per la «messa al bando di gran parte delle intercettazioni telefoniche compiute dalla polizia». «Veltroni ha un’idea dell’opposizione che non appare assolutamente britannica», sottolinea la rivista, memore del fatto che nel Regno Unito l’opposizione non perde mai un’opportunità per attaccare il governo in carica. A giudizio dell’Economist Berlusconi ha senz’altro da guadagnare dalla politica del dialogo tenacemente portata avanti da Veltroni mentre «i benefici per la sinistra sono meno evidenti». «Ancor prima delle elezioni, Veltroni - spiega il periodico londinese ai suoi lettori - ha detto di volere la cooperazione con Berlusconi sulle riforme elettorali e costituzionali allo scopo di rendere l’Italia più facile da governare. È un obiettivo nobile ma è una strada che è stata tentata prima, con conseguenze disastrose». Secondo l’Economist la strategia elettorale di Veltroni è fallita, così come si è dimostrata «dolorosamente sbagliata» la candidatura di Francesco Rutelli a sindaco di Roma e la politica del dialogo impedisce quella «sofferta autopsia» di cui avrebbe bisogno il Pd.

da l'Unità del 13 giugno 2008

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