mercoledì 13 maggio 2009

Chi ama e chi no le pulizie di Pasqua

Il deluso popolo di sinistra, i tanti che si sentono "esuli in patria", per dirla con Ilvo Diamanti, ancora mostrano, tuttavia, ogni qualvolta se ne presenti l' occasione, una insospettata voglia di dire la loro, di partecipare e contare qualcosa nel dibattito politico. Mi hanno colpito in questo senso le singolari reazioni alla "Linea di confine" del 2 marzo in cui davo conto dell' iniziativa di uno studioso del Cnr (Stefano Calabretta: http://doparie.it) di promuovere, oltre alle primarie per la scelta diretta dei candidati, le "doparie", una consultazione referendaria interna ad un partito o ad una coalizione, sia su scala nazionale che locale, per decidere a maggioranza, una volta l' anno in un apposito election day, sulle più importanti questioni che dividono l' opinione pubblica afferente al Pd (dal testamento biologico alla linea tranviaria a Firenze). Dubitavo che la proposta cadesse nell' indifferenza che suscita l' ingegneria istituzionale, ma forse sbagliavo perché ancora non colgo davvero la potenza dirompente di Internet. La rete ha cominciato, infatti, a raccogliere e rilanciare l' idea: dai "cittadini per l' Ulivo" del Friuli Venezia Giulia al comitato per le primarie aperte di San Giovanni in Fiore (Cosenza) e a diversi blog, in genere di militanti pd. Si è manifestata così una rispondenza tendente a appropriarsi di un nuovo percorso di democrazia diretta e partecipata. Confortante anche il contenuto delle e-mail alla nostra rubrica. Il prof. Mario Staibano, primario cardiochirurgo ed ora responsabile Sanità dell' Italia dei Valori: «In un momento di vuoto di idee e di drammatico calo di interesse per la politica, solo il recupero di una democrazia partecipativa può far sperare in una riscossa. L' introduzione delle doparie nelle questioni della sanità avrebbe rappresentato un freno alla invadenza politica negli ospedali, da tutti invano criticata». Laura Saggio, studentessa universitaria: «Le primarie da sole non bastano più. Ioe altri studenti universitari di Roma stiamo pensando di organizzare una primaria simbolica su un tema caldo che ha diviso le opinioni all' interno della coalizione Pd, come il testamento biologico. Quello che vogliamo è che il partito che abbiamo sostenuto e votato trovi il coraggio di consultarci. Ma al Pd interessa ancora la nostra opinione?». Infine Giuseppe Civati, di Milano, titolare di un blog molto frequentato, ha in animo di inserire l' idea delle doparie nel documento che con altri amici presenterà all' assemblea dei circoli Pd, convocata per il 31 a Roma. Una critica drastica, peraltro espressa in termini lusinghieri, quella di Lanfranco Pace sul Foglio del 6 marzo. Mondo dalle giovanili simpatie per il partito armato, l' articolista analizza la proposta «di fare una volta l' anno, un po' come si fanno le pulizie di Pasqua, un referendum interno sui punti controversi... con strumenti tutti giovanili e molto obamiani.... Eppure - prosegue - il rimedio è peggiore del male... Fra le tante iatture che potrebbero abbattersi su partiti già caratterizzati da alto grado di indecisione e di litigiosità interna, quella di rivolgersi a iscritti ed elettori, che anche se diminuiscono son pur sempre milioni... riduce la politica a registrazione notarile, senza metterla in riparo dal popolo, che se è grande in generale può essere perfetto bue nel particolare. Se anziché procedere da solo e con coraggio alla abolizione della pena di morte, Mitterrand avesse chiesto lumi ai suoi elettori, in Francia ci sarebbe ancora la ghigliottina». Evidentemente il lungo esilio francese ha lasciato qualche traccia nella mente di Lanfraco Pace: non si accorge che da noia sinistra non esiste alcun Mitterrand, in grado di procedere da solo, mentre a destra vi è Berlusconi, che potrebbe, se ne avesse voglia, reintrodurre la pena di morte col voto del solo capogruppo di maggioranza, stando alle sue trovate costituzionali.

di Mario Pirani da la Repubblica del 16 marzo 2009

Nessun commento: