mercoledì 21 marzo 2007

da Critica liberale

I laici, i democratici, i liberali, i repubblicani, i socialdemocratici, i liberalsocialisti, gli azionisti, i socialisti europei, i cittadini dell'Ulivo... non ci stanno!!

È necessario evitare che gli elettori che intendono opporsi al ritorno al potere di Berlusconi Bossi Fini e Buttiglione siano posti di fronte ad una sola possibile scelta: votare o per un "Partito democratico" ridotto ad una mera riedizione in miniatura della strategia del compromesso storico (con l'aggiunta caratterizzante di clericali estremisti) e ad una sommatoria di quel che resta degli apparati e delle clientele della vecchia Dc e del vecchio Pci; o per l'ennesima riproposizione della "sinistra onirica" italiana, composta da neocomunisti, altermondialisti o addirittura nostalgici.

Sempre più il progetto del "Partito democratico" si sta allontanando dall'idea iniziale del partito dei "cittadini dell'Ulivo", per rivelarsi invece come lo strumento di autoconservazione di un esausto personale politico, delle idee-forza e, ancor più, dei metodi di gestione della cosa pubblica tipici della fase critica della prima repubblica; mentre la sinistra massimalista non si pone neppure l'obiettivo di governare la modernizzazione del paese, né ne ha gli strumenti teorici, ancorata com'è alle decrepite parole d'ordine comuniste e al bel gesto indifferente alle sue conseguenze. In mezzo ci sarà il vuoto. E sarà la fine della sinistra italiana, quella occidentale, europea, dedita ai diritti, alla libertà, all'equità e alla solidarietà. Sarà certificata ufficialmente l'assenza di una qualunque forza politica laica. Sarà la definitiva vittoria prima politica che elettorale della destra e dell'egemonia clericale.

La fondazione Critica liberale ritiene che i tentativi di riaggregazione dell'area laica, socialista, liberale, liberalsocialista, liberaldemocratica, repubblicana, azionista, intrapresi nelle scorse settimane, non debbano ridursi, contro le intenzioni degli stessi promotori, a una riproposizione soltanto dell'unità socialista, peraltro necessaria. È vitale per le sorti del centrosinistra e della stessa fisiologia democratica del sistema politico italiano che non sia esclusa la rappresentanza a quella larghissima parte della società italiana e dell'elettorato del centrosinistra che vuole che il destino dell'Italia resti fortemente incardinato nell'Occidente europeo, nella modernità, nella laicità, nella libertà e nella responsabilità degli individui, e che assiste con sgomento alla riconsegna del paese alla destra eversiva di Berlusconi-Bossi.

Come è già accaduto in Austria, e le forze politiche e tradizioni civili facenti riferimento al Partito socialista europeo e all'Internazionale socialista e quelle che si riconoscono nelle corrispondenti organizzazioni liberali potrebbero allearsi ed eventualmente essere presenti alle prossime elezioni politiche.

La fondazione Critica liberale invita ad una riflessione comune tutte le forze politiche o le loro componenti, le associazioni, le rappresentanze della società civile che condividano questa prospettiva, per delineare un'area politica e per creare un tavolo di discussione che rintracci punti in comune e forme organizzative non tradizionali e non burocratiche.

CRITICA LIBERALE

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