venerdì 23 marzo 2007

Un nuovo partito: la costituente socialista vista da un diciottenne

Caro direttore,
sono un ragazzo di 18 anni, in primo luogo mi sento di esprimere un pensiero che certamente risulterà impopolare ai vecchi socialisti di oggi: la mia generazione è estranea agli avvenimenti di Tangentopoli e vuole rimanerne tale. Un ragazzo come me vuole guardare avanti, costruire una casa che sia dinamica. Costruire un nuovo partito, oggi, significa svincolarsi dagli avvenimenti del passato mantenendo però un filo conduttore con quella che è stata la storia del socialismo italiano, da Costa e Pascoli a Craxi e Bobbio. La storia non ha lasciato ai socialisti solo rancore e odio ma soprattutto un bagaglio di postulati che ancora nessuno rivendica e fa proprio. Tali postulati non servono a fondare un nuovo partito ma a rifondare la stessa idea del secolo scorso. Purtroppo noto che la costituente parte con un piede sbagliato: è filtrata tramite i giornali l'idea che la costituente si pone l'obiettivo di riunificare sotto un unico simbolo tutte le etichette socialiste nate in seguito allo scioglimento del Psi. Spero di sbagliarmi ma la gente questo ha capito. L'idea di un nuovo partito socialista, secondo il mio parere, deve nascere dalla ripresa di quei valori e di quei postulati che abbiamo ereditato dalla storia. Per riappropriarsi dell'eredità storica del socialismo italiano e, quindi, per rifondare una nuova casa socialista, bisogna svincolarsi dai vecchi rancori dell'era di Mani pulite: la riappropriazione e lo svincolamento sono strettamente legati fra loro, in quanto lasciare alla storia i vecchi odi significherebbe tornare alla realtà per affrontarla, cioè riacquisire il patrimonio. Per dimostrare che i socialisti sono tornati tali e che sono liberi da vecchi sentimenti bisogna compiere un atto importante: non solo dialogare con gli anti-democratici dei Ds, ma anche con quella parte del Prc che si rispecchia nella figura Riccardo Lombardi e che negli ultimi giorni si sono dimostrati disponibili ad aprire il cantiere di una sinistra rinnovata. È una importante richiesta, non di poco conto, che molti vecchi socialisti non manderanno giù o che, nella peggiore delle ipotesi, non prenderanno assolutamente in considerazione. Ciò che vorrei ricordare, però, ai miei anziani compagni è che in gioco vi è il futuro di una generazione come la mia che altrimenti si ritroverebbe a studiarla solamente la storia dei socialisti e non a viverla in prima persona.

FABIANO FARINA (Salerno) - Lettere al Riformista - 22 marzo 2007

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