Siamo davvero ad un passaggio cruciale, la sinistra rischia la marginalizzazione o addirittura la scomparsa.
Può accadere in Europa ed anche in Italia, dove i processi di americanizzazione hanno scavato fin nelle viscere della società. Una politica separata dalla vita reale delle persone ed una società senza sinistra, con i conflitti sociali ridotti a “ribellismo” marginale ed ininfluente.
La stessa vicenda delle pensioni e della riforma del welfare ci dice che siamo difronte ad un passaggio cruciale.
Se questa è la posta in gioco, è sempre più urgente il percorso verso un nuovo soggetto politico unitario e plurale della sinistra: se non ora quando?
Una sinistra nuova che sappia innovare, a partire dai fondamenti, le culture e le pratiche politiche del ‘900 e che abbia una vocazione di massa e popolare in grado di incidere e di rifondare un pensiero critico per la trasformazione del modello economico-sociale neoliberista. Una sinistra che sappia porsi l’obiettivo di governare i processi di trasformazione. Una sinistra di popolo.
Dunque una sinistra nuova per una rinnovata rappresentanza politica del lavoro, capace di misurarsi con le sfide del mondo contemporaneo a partire dalla drammatica crisi ecologica planetaria, come abbiamo scritto nel manifesto di Orvieto dello scorso anno, redatto da diverse associazioni della sinistra.
Se questo è il cimento, nessuna delle attuali formazioni politiche della sinistra può farcela da sola.
Abbiamo contribuito, assieme ad altri soggetti politici ed associativi, alla nascita della sezione italiana della Sinistra europea con l’assemblea di giugno alla Fiera di Roma.
Ora, Sinistra europea, utile al processo unitario, va sviluppata e costruita nei territori insieme alle Case della Sinistra, moderne case del popolo.
Se è veramente condiviso l’obiettivo strategico di un nuovo soggetto della sinistra, non serve né sciogliere, né confluire, né accelerare, né frenare: basta andare avanti.
Saranno i soggetti che partecipano al percorso a decidere modalità e tempi. Ma è proprio sui soggetti del percorso che avvertiamo sempre più acutamente un’insufficienza.
Non bastano i partiti, che pure hanno compiuto importanti atti unitari, ma nemmeno, per essere chiari, associazioni o pezzi di movimento, serve un forte protagonismo dal basso e dai territori.
Un vero e proprio percorso costituente che restituisca lo scettro al principe, ossia consegni la titolarità del percorso unitario al popolo della sinistra, individuando forme e modi per attivare una partecipazione reale e consapevole che conti e decida.
Proponiamo di affidare ad un gruppo composto da autorevoli figure, donne e uomini della sinistra italiana, unanimemente riconosciute, il compito di avanzare una proposta per il percorso costituente da fare subito, accanto ad una mobilitazione che rilanci la questione sociale nel nostro Paese.
Quello che importa è uscire da una situazione che appare in stallo e che potrebbe favorire il prevalere di piccole convenienze. Accorciamo con buone pratiche partecipative, la distanza tra la politica e la società. Serve un percorso partecipato nel quale il popolo della sinistra prenda parola.
Non avremo un’altra possibilità.
Qui ed ora potremo farcela solo con una forte connessione sentimentale con le donne e gli uomini della sinistra del nostro Paese. Siano loro a decidere sui valori, sui contenuti ed i programmi per la sinistra nuova del Terzo millennio. Per il Socialismo del XXI secolo.
ASSOCIAZIONE ROSSOVERDE, 31 luglio 2007
Può accadere in Europa ed anche in Italia, dove i processi di americanizzazione hanno scavato fin nelle viscere della società. Una politica separata dalla vita reale delle persone ed una società senza sinistra, con i conflitti sociali ridotti a “ribellismo” marginale ed ininfluente.
La stessa vicenda delle pensioni e della riforma del welfare ci dice che siamo difronte ad un passaggio cruciale.
Se questa è la posta in gioco, è sempre più urgente il percorso verso un nuovo soggetto politico unitario e plurale della sinistra: se non ora quando?
Una sinistra nuova che sappia innovare, a partire dai fondamenti, le culture e le pratiche politiche del ‘900 e che abbia una vocazione di massa e popolare in grado di incidere e di rifondare un pensiero critico per la trasformazione del modello economico-sociale neoliberista. Una sinistra che sappia porsi l’obiettivo di governare i processi di trasformazione. Una sinistra di popolo.
Dunque una sinistra nuova per una rinnovata rappresentanza politica del lavoro, capace di misurarsi con le sfide del mondo contemporaneo a partire dalla drammatica crisi ecologica planetaria, come abbiamo scritto nel manifesto di Orvieto dello scorso anno, redatto da diverse associazioni della sinistra.
Se questo è il cimento, nessuna delle attuali formazioni politiche della sinistra può farcela da sola.
Abbiamo contribuito, assieme ad altri soggetti politici ed associativi, alla nascita della sezione italiana della Sinistra europea con l’assemblea di giugno alla Fiera di Roma.
Ora, Sinistra europea, utile al processo unitario, va sviluppata e costruita nei territori insieme alle Case della Sinistra, moderne case del popolo.
Se è veramente condiviso l’obiettivo strategico di un nuovo soggetto della sinistra, non serve né sciogliere, né confluire, né accelerare, né frenare: basta andare avanti.
Saranno i soggetti che partecipano al percorso a decidere modalità e tempi. Ma è proprio sui soggetti del percorso che avvertiamo sempre più acutamente un’insufficienza.
Non bastano i partiti, che pure hanno compiuto importanti atti unitari, ma nemmeno, per essere chiari, associazioni o pezzi di movimento, serve un forte protagonismo dal basso e dai territori.
Un vero e proprio percorso costituente che restituisca lo scettro al principe, ossia consegni la titolarità del percorso unitario al popolo della sinistra, individuando forme e modi per attivare una partecipazione reale e consapevole che conti e decida.
Proponiamo di affidare ad un gruppo composto da autorevoli figure, donne e uomini della sinistra italiana, unanimemente riconosciute, il compito di avanzare una proposta per il percorso costituente da fare subito, accanto ad una mobilitazione che rilanci la questione sociale nel nostro Paese.
Quello che importa è uscire da una situazione che appare in stallo e che potrebbe favorire il prevalere di piccole convenienze. Accorciamo con buone pratiche partecipative, la distanza tra la politica e la società. Serve un percorso partecipato nel quale il popolo della sinistra prenda parola.
Non avremo un’altra possibilità.
Qui ed ora potremo farcela solo con una forte connessione sentimentale con le donne e gli uomini della sinistra del nostro Paese. Siano loro a decidere sui valori, sui contenuti ed i programmi per la sinistra nuova del Terzo millennio. Per il Socialismo del XXI secolo.
ASSOCIAZIONE ROSSOVERDE, 31 luglio 2007
1 commento:
Già, il pericolo della scomparsa purtroppo esiste...
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