venerdì 3 agosto 2007

Epifani a Prodi: «La Cgil firma, ma con riserva»

Caro Presidente,

ho ricevuto la lettera con cui hai voluto rispondere alle osservazioni di metodo e di merito fatte proprie dal Comitato Direttivo della CGIL.

Anche in relazione a questo è perciò necessario che io puntualizzi definitivamente il punto di vista della CGIL sul confronto e sul suo esito.

Innanzitutto confermo che la CGIL sottoscrive il protocollo sulla "Previdenza, Lavoro e Competitività" e ti prego di considerare questa lettera come firma formale al testo in questione.

In secondo luogo, mantengo le riserve di metodo sollevate e che trovano riscontro nella tua risposta dove affermi esservi stata una "autonoma sintesi individuata dal Presidente del Consiglio, dopo lunghi mesi di confronto con le parti sociali". Ora, proprio questo è il punto non risolto: su materie come quelle attinenti le politiche del lavoro e i riflessi contrattuali che hanno, le soluzioni da ricercare vanno condivise.
Se questo non avviene, è evidente che si creano forzature in cui qualcuno si riconosce per intero e qualcuno per una parte.

In terzo luogo, mentre sul testo del protocollo la CGIL riconosce il valore e l'importanza delle scelte definite, soprattutto in materia di aumento delle pensioni e reddito dei pensionati, di ammortizzatori sociali, di interventi verso la condizione giovanile e anche di revisione della legge Maroni - temi che sono alla base della scelta della firma - su alcuni aspetti specifici ma rilevanti delle politiche del lavoro, il protocollo compie scelte inadeguate e contraddittorie.

Mi riferisco al fatto che il riordino della previdenza agricola, sul quale era stata raggiunta l'intesa tra le parti sia stato espunto dal protocollo senza alcuna ragione; al fatto che lo staff leasing, contrariamente alle dichiarazioni precedenti del Governo, non sia oggetto di cancellazione, e alle modalità con cui la materia del contratto a termine è stata affrontata, contraddicendo la giusta esigenza di riportare in un ambito più sostenibile socialmente (e penso in modo particolare alla condizione giovanile) l'uso di questo istituto.

Per ultimo aggiungo che la scelta sulla decontribuzione degli straordinari rende lo straordinario meno costoso dell'ora di lavoro ordinaria.

Tutto questo, ovviamente, non sposta il giudizio sull'insieme del protocollo fatto di tante parti positive per giovani lavoratori e anziani. Resta però il fatto, sul quale invito il Governo a riflettere serenamente, che un profilo riformatore deve sapere rispondere anche ai problemi sollevati che riconfermiamo.

Con stima,

GUGLIELMO EPIFANI

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