giovedì 30 agosto 2007

Il Pd, se c’è, batta un colpo etico

In autunno non ci sarà soltanto la Finanziaria sul tavolo della maggioranza. Una lunga serie di dossier aspettano aperti da tempo che il centrosinistra, magari con l’accordo di parte della opposizione, dia le risposte che in molti attendono. Stiamo parlando dei temi “eticamente sensibili” come qualcuno li definisce, ovvero aborto, unioni di fatto e testamento biologico, che rischiano di formare alla ripresa autunnale dell’attività politica un vero e proprio ingorgo. Se la politica ha i suoi tempi, la realtà spesso ne ha altri, e molto più rapidi. Così, dopo il caso dell’aborto delle due gemelline avvenuto a Milano, è riesploso il dibattito sulla legge 194. «La 194 ha ormai trent’anni, e li dimostra; forse le servirebbe un tagliando», si leggeva ieri sull’Avvenire, che al tema ha dedicato l’editoriale di apertura del giornale. Poi, rivolgendosi a Livia Turco, il giornale dei vescovi aggiungeva: «Le nuove tecniche mediche, e le scelte che implicano, tendono a svuotarla di senso, approfittando delle incertezze interpretative. Il ministero potrebbe fornire indirizzi e regole, stilando delle linee guida, senza toccare la legge».
Linee guida, dunque, lo stesso argomento toccato sempre ieri proprio da Livia Turco che sulle colonne del Corriere della Sera annunciava l’arrivo entro fine anno di linee guida per stabilire i tempi della interruzione di gravidanza. Analoga situazione si è registrata poco prima della pausa estiva quando, sempre il ministro della Salute, aveva invitato i parlamentari a riflettere «con rigore e sobrietà» sul tema della fecondazione assistita per evitare che i principi alla base della legge 40 corrano il rischio di essere traditi. L’invito era arrivato in occasione della presentazione al parlamento della relazione sullo stato della attuazione di quella legge a tre anni dalla sua entrata in vigore, ed era stato interpretato dal mondo cattolico come l’annuncio di una revisione delle linee guida in scadenza. Naturalmente, in breve tempo le truppe erano schierate nei rispettivi campi.
Se tutto ciò non bastasse, proprio in questi giorni si è tornati a parlare di unioni civili, dopo il pronunciamento del Tar del Veneto sui cosiddetti Pacs alla Padovana, mentre in Parlamento, sempre a ridosso della pausa estiva, è stato presentato l’ultimo testo normativo della serie, quello sui Cus. Infine, sempre alla ripresa dell’attività politica, in Senato si dovrebbe tornare a parlare di testamento biologico dopo che, in primavera, il lavoro della commissione Sanità aveva dovuto fare i conti con le spaccature nella maggioranza che avevano portato all’accantonamento di tutti i testi sino ad allora presentati in commissione e al tentativo di redigerne uno nuovo e maggiormente condiviso.
Detto tutto ciò, è facile capire come, se a ciò si aggiungono le fibrillazioni che inevitabilmente l’arrivo della Finanziaria innescherà tra le forze politiche, tra settembre e dicembre si rischia un vero e proprio ingorgo che qualcuno dovrà assumersi l’incarico di evitare. Quel qualcuno potrebbe essere il Partito democratico che potrebbe decidere di caratterizzarsi proprio su questi temi ma, allo stato, questa sembra una possibilità molto remota. Un intervento del Parlamento, e per ciò che è nelle proprie competenze anche del governo, però è urgente. Altrimenti, come già su questo giornale avevamo denunciato, sarà la magistratura a decidere perché la realtà non sempre si ferma ad aspettare i tempi della politica. E la supplenza della magistratura non è mai qualcosa da augurarsi perché espone i cittadini al pericolo di decisioni caso per caso senza valore generale e, soprattutto, perché diventa un vero e proprio manifesto della incapacità della politica di prendere decisioni.

Editoriale de Il Riformista del 30 agosto 2007

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