lunedì 23 aprile 2007

Lettera agli amici e compagni di sinistra che non si sono sciolti

Cala il sipario sui congressi contemporanei di Margherita e DS e sui media si impone prepotentemente la campagna per le presidenziali francesi. Nel ballottaggio fra i due candidati Presidenti sarà decisivo il voto dei centristi per i quali hanno fatto il tifo i margheritini nostrani, centristi che sembrano più propensi ad appoggiare Sarkozy piuttosto che la Royal. Se così sarà, e se fra quindici giorni dovesse vincere la destra, sarebbe un motivo di debolezza in più per l'avanzata dello strano partito democratico partorito dal "differentismo italiano", per dirla con Mussi; comunque auguri di buon lavoro ai "costituenti" nostrani. Noi che crediamo ancora in un socialismo del XXI secolo tifiamo ovviamente per la vittoria della socialista Royal, portatrice di una grande speranza: riportare la grandeur francese entro i confini della comune patria europea, come questa donna coraggiosa ha promesso nel sereno e commovente discorso di questa sera a commento della suo passaggio al secondo turno. Per chi intende accettare la sfida di dare un nuovo volto al socialismo italiano e trentino può venire un grande sostegno dalle cose di Francia. Se per la situazione nazionale, che è obbiettivamente complessa, sapremo qualcosa di più dalla riunione prevista per il 5 maggio, per il Trentino il quadro è chiarissimo già da prima del congresso provinciale diessino. La Margherita nostrana ha fatto sapere a Rutelli che il rapporto con il PD nazionale sarà comunque di tipo federato, e ciò permetterà ai nostri alleati in giunta provinciale e a Trento città di procedere in tutta calma a far nascere il nuovo soggetto politico in vista delle elezioni provinciali dell'autunno 2008 salvo chiedere, con un atto formale, di federarsi col PD nazionale che sarà attivo fra poco più di un anno: E intanto i diessini del Trentino che faranno? Chiederanno a loro volta di federarsi al nuovo soggetto politico dellaiano per potersi così accreditare a Roma anche loro? Insisto con un mio vecchio cavallo di battaglia, correndo consapevolmente il rischio di essere etichettato come il vecchio giapponese ancora in guerra a mezzo secolo dalla cessazione delle ostilità: solo l'attivazione del meccanismo federativo previsto dallo statuto del partito avrebbe potuto permettere alla sinistra trentina di trovarsi pronta all'appuntamento ineludibile del prossimo anno. In articulo mortis, non essendo ancora il partito formalmente sciolto , la cosa sarebbe ancora possibile ma non insisto, sapendo che da quell'orecchio la classe dirigente diessina locale è sempre stata sorda. Pensiamo quindi a noi, a quelli che non si sciolgono e che pensano che il lungo cammino (le convergenze parallele!!) che porterà alla piena sintonia programmatica ed ideale della sinistra trentina con i margheritini nostrani, sintonia che già nella coalizione di governo ha mostrato non poche crepe, dovrà prima passare attraverso un patto federativo sottoscritto dalle varie anime della sinistra con gli amici centristi, patto da sottoscrivere prima delle elezioni provinciali su pochi punti programmatici realmente condivisi per evitare la commedia di cinque anni fa, quando la sinistra scrisse un bel documento e poi sottoscrisse un programma del candidato presidente di ben altro tenore. La riunione di venerdì prossimo dell'area che non ha aderito al varo del PD potrebbe essere ultimente impiegata a cominciare a discutere di quei possibili punti. Su scuola, cultura, università e ricerca, che vedrei come parti di un unico punto programmatico, intendo sottoporvi alcune primissime riflessioni.

Nessun commento: