domenica 29 aprile 2007

Uniti a sinistra si può

Si è svolta al Centro Congressi Cavour la quarta assemblea nazionale "Uniti a Sinistra", associazione nata nel settembre dello scorso anno, che si propone di costituire un movimento politico e culturale per contribuire alla costruzione di un nuova realtà capace di raccogliere le sfide nazionali ed europee di nuovo secolo.
Dopo i congressi della settimana precedente di Ds-Dl, che hanno praticamente certificato la nascita del Partito democratico, l'appuntamento era particolarmente atteso, in considerazione delle scelte da operare in conseguenza del nuovo scacchiere politico che va progressivamente delineandosi in Italia.
L'apertura del dibattito viene naturalmente affidata a Pietro Folena, animatore quella "Sinistra romana" promotrice del cantiere "Uniti a Sinistra", che già raccoglie molte a varie organizzazioni.
"Cosa significa essere oggi di sinistra'", si chiede subito il presidente della Commissione cultura alla Camera, sottolineando l'importanza di dare vita a "una rete di singoli e associazioni", tesa a "riformare la politica attraverso una sinistra partecipativa e democratica". I passaggi più importanti toccano temi la quali profonda crisi politica e democratica che attraversa l'intero occidente, nitidamente rappresentata da una amministrazione americana che, in nome della lotta contro il terrorismo, ha addirittura rimesso in discussione il concetto di "habeas corpus".C'è poi la questione del lavoro "ridotto a merce" da una economia globalizzata sempre più colpevole di un "disordine contronatura", che da un punto di vista ambientale mette a rischio l'intero genere umano.
Una riflessione, questa, recuperata dall'intervento di Paolo Cento, che ha chiamato in causa la questione ecologica come emergenza prioritaria da mettere in cima all'agenda della sinistra del prossimo futuro.
Prima del rappresentante dei verdi, erano stati Maura Cossutta e Giovanni Russo Spena a prendere la parola, impostando i loro discorsi rispettivamente sull'importanza di una reale e concreta presenza femminile nell'immaginario di una nuova formazione politica, e sul particolare momento che sta vivendo il panorama elettorale nazionale, che chiede "qui e ora" risposte certe e convincenti al desiderio di partecipazione collettiva e all'esigenza di anteporre i contenuti ai contenitori, già troppo spesso alla fine risultati vuoti e artificiali.
Molto atteso, in virtù di quanto accaduto nel corso dell'ultimo congresso dei Ds a Firenze, era l'intervento di Fabio Mussi, leader della "Sinistra democratica per il socialismo europeo", che verrà presentata sabato 5 maggio al Palazzo dei Congressi.
"Ricambio l'invito di oggi per la giornata del 5 maggio -è stato l'esordio di Mussi-: una giornata che deve anch'essa contribuire al raggiungimento in tempi ragionevoli di conclusioni politiche solide. Il nostro compito -ha proseguito-, è quello di contrastare il possibile deragliamento conservatore che potrebbe verificarsi già nel corso di questa legislatura, durante la quale un abbraccio troppo "moderato" tra forze politiche attualmente non alleate si profila all'orizzonte, viste anche alcune considerazioni del presidente del Senato Marini al congresso della Margherita". Secondo Mussi, parte da qui l'esigenza di una sinistra elettoralmente coesa ed elettoralmente forte, per scongiurare nuove identità politche neocentriste, e tenere ferma la barra del centrosinistra.
Poi si sofferma sul rapporto con i "compagni di viaggio" appena interrotto: "Quando D'Alema in questi giorni mi dice. "Dove vai, che dobbiamo vederci in Consiglio dei Ministri'", gli rispondo che nel Consiglio non c'è soltanto lui, ma anche Bianchi, Ferrero, Russo Spena". L'applauso dalla platea, dove in prima fila siedono tra gli altri Armando Cossutta, Aldo Tortorella, Sandro Curzi, Tiziano Rinaldini e altri nomi di rilievo dell'articolata sinistra italiana, arriva intenso e sentito, come quando la conclusione è concentrata sulle idee da portare avanti nell'immediato futuro.
"Si parla continuamente di estremisimi, ma spesso le parole e le idee diventano luoghi comuni, proprio come scriveva Gramsci. Perchè oggi estremismo significa sostenere le guerre preventive come unica soluzione al terrorismo, o non curarsi di tutta quella sterminata massa di cittadini che sopravvivono immersi nel dramma del precariato".
Ma le idee contano ancora chiosa Mussi, soprattutto quelle chiare e precise, e ancor di più quelle sbagliate, che finiscono per influenzare negativamente l'opinione pubblica, causando la deriva della società, politica e civile, cui assistiamo oggi. Ribaltare i luoghi comuni, come indicava Gramsci, diventa allora un dovere dal quale non ci si può più sottrarre.
Uniti, a sinistra, si può.

di EMILANO SBARAGLIA da AprileOnline del 29-04-2007

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