L'inizio dell'era Veltroni, il segretario di Rifondazione, Franco Giordano, che preme sull'acceleratore dell'unità a sinistra proponendo un'assemblea a luglio con vertici dei partiti, sindacati, associazioni e movimenti. E la Sinistra democratica di Fabio Mussi come risponde? La capogruppo a Montecitorio di Sd, Titti Di Salvo, rilancia la proposta fatta alla riunione del 23 giugno: una fondazione di tutte le sinistre, compreso lo Sdi.
Giordano, che punta anche a un simbolo comune per le amministrative del 2008, non vi convince?
Noi abbiamo proposto una fondazione per rielaborare la cultura politica della sinistra. L'interpretazione critica del passato è la parte più semplice. Più complicato è interpretare e proporre strategie in un mondo profondamente cambiato. Noi nasciamo per contribuire a cambiare l'Italia. Per essere una sinistra di governo. Di fronte all'accelerazione rispondiamo che siamo nati proprio per unire la sinistra, è nei nostri geni Ma occorre una profonda elaborazione politica, non si può semplicemente puntare alla somma di quel che c'è. La nostra scelta è quella di fare massa critica insieme ad altri su appuntamenti decisivi come il Dpef, la precarietà... Con lo Sdi abbiamo deciso di non partecipare alla conferenza del governo sulla famiglia. Insomma, scelte operative avendo chiaro l'obiettivo. Scegliamo il terreno del fare. La proposta di Giordano è più generale: mettere insieme nel giro di 15 giorni una serie di soggetti.
Ma lancia l'assemblea per avviare una campagna sui contenuti.
Sì, ma noi percorriamo un'altra ipotesi, che punta ai fatti concreti. Quello che dice Giordano ha più significato se parte dal territorio. A livello nazionale ha controindicazioni in più, è una soluzione più fredda. Noi abbiamo scelto concretamente di lavorare all'unità della sinistra, ma anche con lo Sdi sulla laicità per dimostrare che ci interessa una unificazione della sinistra seria.
Al vostro interno si discute se privilegiare il rapporto con lo Sdi o con Prc, Pdci e Verdi. Bertinotti dice che la canidatura di Veltroni alla guida del Pd favorisce la nascita della Cosa rossa e da Sd Angius risponde che la Cosa rossa non esiste...
Io penso che la Cosa rossa sia uno slogan giornalistico utilizzato contro la potenzilità politica e culturale di un soggetto nuovo. La sinistra non ha recinti. Noi pensiamo a un movimento popolare, aperto, largo. Lo Sdi dovrebbe chiarirsi, ma non è questo il punto. Il nostro progetto non può essere tirato come un elastico, non ci sono due poli, lo Sdi da una parte e il Prc dall'altra con la Sinistra democratica che deve decidere se ingrossare una cosa o l'altra. Si dice che dopo la candidatura di Veltroni bisogna accelerare. Io dico fare presto, ma anche bene. Naturalmente il Pd è interlocutore e alleato di questa proposta politica.
Ma allora, l'assemblea di metà luglio non vi interessa?
La proposta è stata letta con interesse, naturalmente. Valuteremo, senza chiusure. Riconosciamo la volontà di mettere sul terreno un altro fatto politico rispetto al Pd, includendo anche altri soggetti, non solo i quattro partiti della sinistra. L'intenzione è positiva, ma appunto credo che il processo sarebbe ancora più positivo a livello territoriale.
Parli dei fatti concreti. Come la lettera dei quattro ministri sulla politica economica. Ma se Prc e Pdci ripetono che lo scalone va abolito, Mussi è apparso più possibilista sull'allungamento dell'età.
In quella lettera c'è scritto che si deve trovare l'accordo con il sindacato. La proposta messa sul tavolo quando si è rotto, quella dei 58 anni con tre anni per sperimentare, è importante. 58 anni è l'età in cui realisticamente si va in pensione.
Hai detto che il Pd è interlocutore e alleato. Veltroni, a Riotta che gli ha chiesto se la sinistra sarà scaricata, ha risposto che le coalizioni si formano in ragione degli assetti istituzionali e se la legge elettorale consentirà di scegliere coalizioni omogenee, si potrà vedere.
Ah. Non corrisponde a quanto ha detto al Lingotto. In ogni caso la sinistra avrà un riconoscimento elettorale molto alto. Non penso si potrà prescidere dalla sinistra.
Veltroni alla guida del Pd vi preoccupa? Potrebbe attirare anche una parte di Sd o dei suoi elettori.
Ha carisma, una capacità di ascolto che lo rende un dirigente politico apprezzato da tutti. Intrepreta nel modo migliore il Pd, è il leader autentico per un progetto moderato. Il Pd non sceglie sulla laicità, e non scegliendo sceglie. Non sceglie sul lavoro e sul socialismo europeo. Veltroni resta un interlocutore importante.
Potrà essere anche il leader dell'Unione?
Il leader non lo sceglie il Pd, lo scelgono le primarie. Naturalmente Veltroni ha un profilo che gli consente di esserlo.
di MICAELA BONGI da il Manifesto del 30 giugno 2007
Giordano, che punta anche a un simbolo comune per le amministrative del 2008, non vi convince?
Noi abbiamo proposto una fondazione per rielaborare la cultura politica della sinistra. L'interpretazione critica del passato è la parte più semplice. Più complicato è interpretare e proporre strategie in un mondo profondamente cambiato. Noi nasciamo per contribuire a cambiare l'Italia. Per essere una sinistra di governo. Di fronte all'accelerazione rispondiamo che siamo nati proprio per unire la sinistra, è nei nostri geni Ma occorre una profonda elaborazione politica, non si può semplicemente puntare alla somma di quel che c'è. La nostra scelta è quella di fare massa critica insieme ad altri su appuntamenti decisivi come il Dpef, la precarietà... Con lo Sdi abbiamo deciso di non partecipare alla conferenza del governo sulla famiglia. Insomma, scelte operative avendo chiaro l'obiettivo. Scegliamo il terreno del fare. La proposta di Giordano è più generale: mettere insieme nel giro di 15 giorni una serie di soggetti.
Ma lancia l'assemblea per avviare una campagna sui contenuti.
Sì, ma noi percorriamo un'altra ipotesi, che punta ai fatti concreti. Quello che dice Giordano ha più significato se parte dal territorio. A livello nazionale ha controindicazioni in più, è una soluzione più fredda. Noi abbiamo scelto concretamente di lavorare all'unità della sinistra, ma anche con lo Sdi sulla laicità per dimostrare che ci interessa una unificazione della sinistra seria.
Al vostro interno si discute se privilegiare il rapporto con lo Sdi o con Prc, Pdci e Verdi. Bertinotti dice che la canidatura di Veltroni alla guida del Pd favorisce la nascita della Cosa rossa e da Sd Angius risponde che la Cosa rossa non esiste...
Io penso che la Cosa rossa sia uno slogan giornalistico utilizzato contro la potenzilità politica e culturale di un soggetto nuovo. La sinistra non ha recinti. Noi pensiamo a un movimento popolare, aperto, largo. Lo Sdi dovrebbe chiarirsi, ma non è questo il punto. Il nostro progetto non può essere tirato come un elastico, non ci sono due poli, lo Sdi da una parte e il Prc dall'altra con la Sinistra democratica che deve decidere se ingrossare una cosa o l'altra. Si dice che dopo la candidatura di Veltroni bisogna accelerare. Io dico fare presto, ma anche bene. Naturalmente il Pd è interlocutore e alleato di questa proposta politica.
Ma allora, l'assemblea di metà luglio non vi interessa?
La proposta è stata letta con interesse, naturalmente. Valuteremo, senza chiusure. Riconosciamo la volontà di mettere sul terreno un altro fatto politico rispetto al Pd, includendo anche altri soggetti, non solo i quattro partiti della sinistra. L'intenzione è positiva, ma appunto credo che il processo sarebbe ancora più positivo a livello territoriale.
Parli dei fatti concreti. Come la lettera dei quattro ministri sulla politica economica. Ma se Prc e Pdci ripetono che lo scalone va abolito, Mussi è apparso più possibilista sull'allungamento dell'età.
In quella lettera c'è scritto che si deve trovare l'accordo con il sindacato. La proposta messa sul tavolo quando si è rotto, quella dei 58 anni con tre anni per sperimentare, è importante. 58 anni è l'età in cui realisticamente si va in pensione.
Hai detto che il Pd è interlocutore e alleato. Veltroni, a Riotta che gli ha chiesto se la sinistra sarà scaricata, ha risposto che le coalizioni si formano in ragione degli assetti istituzionali e se la legge elettorale consentirà di scegliere coalizioni omogenee, si potrà vedere.
Ah. Non corrisponde a quanto ha detto al Lingotto. In ogni caso la sinistra avrà un riconoscimento elettorale molto alto. Non penso si potrà prescidere dalla sinistra.
Veltroni alla guida del Pd vi preoccupa? Potrebbe attirare anche una parte di Sd o dei suoi elettori.
Ha carisma, una capacità di ascolto che lo rende un dirigente politico apprezzato da tutti. Intrepreta nel modo migliore il Pd, è il leader autentico per un progetto moderato. Il Pd non sceglie sulla laicità, e non scegliendo sceglie. Non sceglie sul lavoro e sul socialismo europeo. Veltroni resta un interlocutore importante.
Potrà essere anche il leader dell'Unione?
Il leader non lo sceglie il Pd, lo scelgono le primarie. Naturalmente Veltroni ha un profilo che gli consente di esserlo.
di MICAELA BONGI da il Manifesto del 30 giugno 2007
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