Anche le persone stimabili e stimate a volte deludono e deprimono. L'intervista fiume di Romano Prodi, pubblicata su Repubblica di ieri è tragicomica e persino un po' irresponsabile. Sintomo vistoso del disastro che si è aperto nell'Unione. Forse non riusciremo, per motivi di tempo, a dare notizia di quel che sarà accaduto nella serata di ieri al vertice del nascente Partito democratico, ma il disastro supererà di molto i normali effetti della sconfitta elettorale.
Romano Prodi afferma di non essere un re travicello, ma il suo disperato egocentrismo lo fa apparire meno di un fuscello, travolto dal fiume dei voti e dalle risse interne allo schieramento del quale è ancora leader.
C'è stata - è indubbio - una sconfitta del centro sinistra o, direi meglio, di un centro che non sa più dove è la destra e dove è la sinistra, che cerca solo un potere, purchessia. Intanto però nella crisi della politica c'è una corsa a fare liste e a presentare candidati Ad Angri, un comune campano di poco più di 30mila abitanti, sono state presentate 20 (venti) liste e 400 (quattrocento) candidati. La politica, come «casta», attrae moltissimo.
Romano Prodi, che almeno sulla carta è l'esponente di maggior rilievo del Partito democratico, vede solo se stesso e non il paesaggio, la politica, le persone. Ma se siamo a questo punto della storia ci aspettiamo solo ulteriori disastri, altre sconfitte. Quando un leader - Prodi è anche tale - afferma che la ragione è tutta sua e le responsabilità della sconfitta sono tutte degli altri, senza neppure indicare nome e cognome (mettendo cioè sul banco degli imputati eletti ed elettori), allora siamo proprio alla fine del racconto. Se lo sconfitto si appaga di egolatria, siamo al delirio.
Ma qui non si tratta solo di Romano Prodi e della sua egolatrica intervista a Repubblica, ma di tutto il centro sinistra, Partito democratico in testa. D risultato delle elezioni amministrative di domenica e lunedì è stata una lezione, ma i signori del centro sinistra vogliono apprendere qualcosa dalla lezione?
L'impressione che può averne un uomo della strada, e che ne ho anch'io, è che ci sia un crogiolarsi nei propri residui feudi o, meglio, nelle proprie antiche illusioni, quelle di una sinistra democratica e progressiva, che, però non è più la loro. Anche il centrosinistra, tutto, crede - come Romano Prodi - di avere un tesoretto da distribuire agli amici, Ma quale tesoretto?
C'è un vecchio detto che recita: dio prima li acceca e poi li fulmina. Il timore che Romano Prodi e la sinistra siano in questa attesa (l'accecamento ormai è evidente) è forte. E per aggiungere pessimismo al pessimismo non è che la sinistra cosiddetta radicale stia tanto bene.
di Valentino Parlato da il Manifesto del 31 maggio 2007
Nessun commento:
Posta un commento