lunedì 4 giugno 2007

Delirio di un leader

Anche le persone stimabili e stimate a volte deludo­no e deprimono. L'inter­vista fiume di Romano Prodi, pubblicata su Repubblica di ieri è tragicomica e persino un po' irresponsabile. Sintomo visto­so del disastro che si è aperto nel­l'Unione. Forse non riusciremo, per motivi di tempo, a dare noti­zia di quel che sarà accaduto nel­la serata di ieri al vertice del nascente Partito democratico, ma il disastro supererà di molto i nor­mali effetti della sconfitta elettora­le.

Romano Prodi afferma di non essere un re travicello, ma il suo disperato egocentrismo lo fa ap­parire meno di un fuscello, travol­to dal fiume dei voti e dalle risse interne allo schieramento del qua­le è ancora leader.

C'è stata - è indubbio - una sconfitta del centro sinistra o, di­rei meglio, di un centro che non sa più dove è la destra e dove è la sinistra, che cerca solo un potere, purchessia. Intanto però nella cri­si della politica c'è una corsa a fa­re liste e a presentare candidati Ad Angri, un comune campano di poco più di 30mila abitanti, so­no state presentate 20 (venti) liste e 400 (quattrocento) candidati. La politica, come «casta», attrae moltissimo.

Romano Prodi, che almeno sul­la carta è l'esponente di maggior rilievo del Partito democratico, ve­de solo se stesso e non il paesag­gio, la politica, le persone. Ma se siamo a questo punto della storia ci aspettiamo solo ulteriori disa­stri, altre sconfitte. Quando un leader - Prodi è anche tale - affer­ma che la ragione è tutta sua e le responsabilità della sconfitta sono tutte degli altri, senza neppure indicare nome e cognome (met­tendo cioè sul banco degli impu­tati eletti ed elettori), allora siamo proprio alla fine del racconto. Se lo sconfitto si appaga di egolatria, siamo al delirio.

Ma qui non si tratta solo di Ro­mano Prodi e della sua egolatrica intervista a Repubblica, ma di tut­to il centro sinistra, Partito demo­cratico in testa. D risultato delle elezioni amministrative di dome­nica e lunedì è stata una lezione, ma i signori del centro sinistra vo­gliono apprendere qualcosa dalla lezione?

L'impressione che può averne un uomo della strada, e che ne ho anch'io, è che ci sia un crogiolarsi nei propri residui feudi o, meglio, nelle proprie antiche illusioni, quelle di una sinistra democrati­ca e progressiva, che, però non è più la loro. Anche il centrosini­stra, tutto, crede - come Romano Prodi - di avere un tesoretto da di­stribuire agli amici, Ma quale teso­retto?

C'è un vecchio detto che recita: dio prima li acceca e poi li fulmi­na. Il timore che Romano Prodi e la sinistra siano in questa attesa (l'accecamento ormai è evidente) è forte. E per aggiungere pessimi­smo al pessimismo non è che la sinistra cosiddetta radicale stia tanto bene.


di Valentino Parlato da il Manifesto del 31 maggio 2007

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