domenica 10 giugno 2007

Cento: " Al governo per cambiare il paese"

"Con la sinistra estrema si può vincere ma non si governa". E' l'opinione di Sergio Chiamparino a Sky Tg24. Secondo il sindaco di Torino "non si può accettare che una parte minoritaria abbia un potere di veto, perché il resto del paese vuole essere governato". Ad esempio sulla Tav, per Chiamparino è necessario distinguere "le pregiudiziali politiche dai problemi reali" . Se la Tav non si realizzasse "sarebbe uno schiaffo violentissimo al governo e alla maggioranza". Quanto al Pd, il primo cittadino di Torino dice che potrà "diventare sexy" se "saremo, però, in grado di rimescolare le carte fra destra e sinistra, perché queste due categorie così come sono trasmesse da noi e dalla destra rischiano di riflettere un'Italia di vent'anni fa e non quella del futuro". Insomma, un'uscita a gamba tesa sulla quale ci sarebbe molto da rispondere. Ne parliamo con Paolo Cento, sottosegretario al ministero dell'Economia e le Finanze.

Di sinistra, ambientalista e membro del governo. Come reagisci all'attacco del sindaco di Torino?
Sono sbalordito. Evidentemente Chiamparino si dimentica che se governa Torino, lo fa anche con il contributo di forze politiche della sinistra. La sinistra, in Italia e nel mondo, si è sempre candidata a governare i processi per cambiare. Nel governo Prodi la sinistra è decisiva non solo numericamente, ma è decisiva per la qualità delle proposte che riesce a portare avanti per non rincorrere una modernità fatta solo di impresa, di liberismo ma che invece guarda alla tutela dei diritti delle persone, dei diritti civili, dei diritti sociali e dei diritti ambientali. A differenza di Chiamparino, noi non abbiamo l'ambizione di governare senza il resto del centrosinistra, c'è bisogno di una coalizione ampia come l'Unione.

I partiti e i loro ideali sono stati definiti in tanti modi. "Sexy" però è un aggettivo che lascia quantomeno perplessi, soprattutto se associato alla proposta di un "rimescolamento fra destra e sinistra"... Forse Chiamparino immagina una tecnocrazia che governi l'Italia. Non vorrei che per pensare troppo al futuro pensi di "mischiare la destra e la sinistra" per fare il centro. Il partito democristiano ha tenuto bloccato il paese e la crescita della nostra democrazia per cinquant'anni. Giovedì scorso è accaduto un fatto importante: per la prima volta i parlamentari delle sinistre hanno stipulato un patto che li rende più forti nel confronto col PD e rende più forte il governo, purché vi sia una svolta nella politica sociale e nella politica ambientale. L'assemblea del Capranica è una novità politica con la quale tutti devono fare i conti, a cominciare da Chiamparino. Non ci stiamo ad essere confinati nella riserva indiana. Ci siamo assunti responsabilità di governo come abbiamo dimostrato sull'Afghanistan e ce le siamo assunte sino in fondo, pagandone il prezzo. Nessuno si illuda che ci toglieremo da torno per favorire i disegni neocentristi.


Parliamo di TAV. A che punto siamo?
Vorrei ricordare al sindaco di Torino che, per ora, l'unico schiaffo che ho visto è stato il tentativo di Berlusconi di forzare con la violenza i blocchi eretti dalla mobilitazione del popolo No- tav. E' l'unica occasione in cui si sono visti volare gli schiaffi. Detto questo, sulla TAV il governo di centrosinistra ha deciso di avviare una procedura attraverso un osservatorio e il coinvolgimento delle comunità locali. Quindi non ci sarà alcuna imposizione, ma una scelta di buon senso. E il buon senso ci dice che quest'opera è dannosa dal punto di vista ambientale e dannosa dal punto di vista economico.

Se dunque non si può parlare di "schiaffi", veri o presunti al governo, la cosa non vale se la guardiamo dal lato opposto: di "schiaffo" dato dal governo alle comunità locali ce n'è stato almeno un altro, quello di Prodi sull'ampliamento della base militare americana di Vicenza...
Su Vicenza la sinistra registra un dissenso molto forte verso le scelte operate dal governo. Invito il centrosinistra a guardare i dati elettorali delle elezioni provinciali: il 51 per cento dei cittadini della provincia di Vicenza non ha votato. Basta questo dato per far ripensare la scelta di ampliare quella base militare americana.La crisi della politica è questa: è quando non vi è più collegamento fra rappresentanza e cittadinanza.

Giovedì sera una squadra di tecnici arruolata dal "Presidio Permanente" ha reso pubblici alcuni documenti che certificano la volontà di introdurre un stoccaggio di tipo nucleare, chimico e biologico all'interno della base militare USA...
Attiveremo tutte le procedure di verifica. Il ministero per l'ambiente, peraltro, ha già richiesto le valutazioni di impatto ambientale. A maggior ragione, questa notizia dovrà essere verificata e se confermata è un argomento in più a sostegno della contrarietà dell'ampliamento della base.

Cambiamo argomento e torniamo alle dichiarazioni rilasciate da Chiamparino a SkyTg24. Il 12 e 13 giugno i rappresentanti del "partito dei sindaci" scenderanno in campo con i referendari, prestando il loro volto alla causa di Segni e Guzzetta e aprendo i comuni ai cittadini che vorranno firmare per la presentazione del quesito referendario...
Il referendum elettorale è uno strumento di partecipazione democratica. Nel merito, questo referendum rischia di restringere la democrazia partecipata e di creare un sistema simile a quello del fascismo con le liste bloccate. Si punta al partito unico della coalizione - e qui dobbiamo avvertire Chiamparino che, se mai ci sarà la lista unica, non potrà fare a meno di Paolo Cento e di quelli che la pensano come me, perché il centrodestra "imbarcherà" tutti e, dunque, il centrosinistra dovrà fare altrettanto. Insomma, quello di Gazzetta e Segni è un pessimo referendum che non raggiungerebbe neanche il risultato di semplificare la politica.

Parli di partecipazione democratica, ma anche la sinistra sembra sorda alle pressanti richieste che provengono dalla società civile per un ritorno alle preferenze nel voto dei candidati di lista. Il cosiddetto "pacchetto chiuso", deciso dalle segreterie di partito, ha allontanato gli elettori negandogli la possibilità di scelta. La sinistra che fa?
Oltre alle preferenze, ci sono altri modi per garantire ruolo e partecipazione nella determinazione degli eletti. Penso per esempio al sistema adottato nei collegi provinciali, quello applicato anche nei comuni che può essere esteso al sistema nazionale. Noi siamo per una legge elettorale che garantisca il potere di scelta dei cittadini senza la degenerazione che abbiamo visto nella prima Repubblica, dove a potersi pagare la campagna elettorale erano solo i ricchi.

di C.R. da Aprileonline del 8 giugno 2007

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