mercoledì 13 giugno 2007

Reichlin, siamo al contrordine compagni?

Alfredo Reichlin ci ha fatto sapere sull'“Unità” di sabato scorso che, dopo il voto del 27 maggio, il punto da ribadire con fermezza sarebbe «l'autonomia dei Ds». Questa è una notizia. Si tratta di un “contrordine compagni”? Andiamo a vedere il ragionamento. Che il governo cada o non cada non mi interessa, dice Alfredo, le urgenze sono altre: «Il Partito democratico non è percepito come un partito nuovo ma come l'ennesima trasfigurazione della cosiddetta partitocrazia». Questo noi l'avevamo capito. Sempre a proposito di Pd, Reichlin aggiunge che «bisognerebbe - finalmente - rendere chiara la missione oltre il leader». Finalmente? E a cosa è servito ciò che è stato fatto sino ad oggi con i “gazebo” di Orvieto, i congressi di Ds e Margherita, il Manifesto per il Pd (quello dei saggi) e gli articoli dello stesso Reichlin sull'“Unità”? C'è poi nella nota di cui parliamo una affermazione perentoria: «Non possiamo procedere allo scioglimento delle nostre file e partecipare alla costruzione di un nuovo soggetto politico senza interrogarci su ciò che al fondo è la vera giustificazione di un nuovo partito». Giusto. Se abbiamo capito bene, uno dei padri del Pd dice che si ferma tutto. E Fassino che ne pensa?

di EMANUELE MACALUSO da il Riformista del 5 giugno 2007

Nessun commento: