giovedì 28 giugno 2007

Le liste unitarie sono premature e sbagliate

Bene il lavoro comune intrapreso con Rifondazione, Pdci e Verdi, ma è un «errore» ignorare le altre forze critiche verso il Partito Democratico: «dai socialisti di Boselli ai settori più laici della Margherita». Dopo aver lasciato i Ds, GavinoAngius ci sta ancora bene in Sinistra Democratica («Bisogna consolidarla, ho un ottimo rapporto con Mussi») ma non ne condivide il rapporto stretto intrapreso con il resto della sinistra alternativa”, non se la sente di «stare con Bertinotti» e boccia anche l’ipotesi di liste unitarie alle prossime amministrative: «E’ sbagliato, rischiamo di chiudere i recinti anziché aprirli».

Parliamo dalla trattativa sulle pensioni: abolire lo scalone, come chiede il Prc, o va bene anche un accordo sui cosiddetti”scalini”?

Lo scalone Maroni va eliminato, lo abbiamo scritto anche nel programma dell’unione. Sui termini dell’accordo, è evidente che c’è una discussione in corso anche tra i sindacati, ma mi sembra di capire che ci sia da parte loro la disponibilità a prendere in considerazione almeno uno “scalino’ quello che innalza il limite dell’età pensionabile al 2008, per poi procedere negli anni successivi con una lenta gradualità. Penso che questo possa essere un approdo, ovviamente con l’esclusione dei lavori usuranti per i quali si deve ritornare alla normativa precedente la legge attualmente in vigore. Ma questo non è sufficiente: va corretta anche la riforma Dini per dare una garanzia di pensione ai 35-40enni che oggi lavorano. C’è un problema di equilibrio di sistema che non può essere ignorato, è un punto fondamentale al quale nessuno sta dando risposta.
Sd,Prc,Pdci e Verdi hanno avviato un "patto d’azione” comune.

Sd è troppo vicina a Rifondazione?

Sinistra Democratica deve parlare di tutto, anche delle questioni più spinose, con tutte le forze della sinistra italiana. Ma in queste ultime settimane abbiamo privilegiato la ricerca di un’intesa con Rifondazione, Comunisti Italiani e Verdi. Va benissimo, a condizione però che lo stesso sforzo sia fatto per esempio verso la componente socialista.

Mancanza di impegno di Sd verso Borselli?

Noto un errore perché i punti che ci possono differenziare dai compagni socialisti, per esempio sulle politiche sociali, non sono meno irrilevanti di quelli che ci possono differenziare con la sinistra cosiddetta “al ternativa’ per esempio sulle politiche istituzionali o sulle questioni internazionali o sul la legge elettorale.

Non basta dunque l'elaborazione di Bertinotti sul socialismo del XXI secolo?

Non la sottovaluto, è di grande importanza per la sinistra e perla democrazia italiana. Ma allo stesso tempo in Bertinotti c’è una discriminante abbastanza netta tra le forze della sinistra che lui chiama alternativa e le forze che lui chiama riformiste, tra l’altro con uno schema secondo me assai discutibile perché attribuisce al Partito Democratico un ruolo da sinistra riformista che il Pd non ha affatto, a prescindere dalla candidatura di Veltroni. In partenza, c’è un’analisi diversa rispetto a quella che faccio io: non mi sento onestamente parte di una sinistra cosiddetta alternativa che considera, per esempio, le forze del socialismo europeo come forze con le quali concorrere e addirittura da combattere per una visione sostanzialmente liberale, se non liberista, che hanno della società. Non condivido in radice un giudizio di questo genere sulle forze del socialismo europeo, partiti socialisti e socialdemocratici. Niente di male, ma c’è un’idea diversa.

Ritiene di avere un seguito dentro SD? Entrerebbe ora nella Costituente socialista di Boselli?

Se avessi deciso di entrarci l'avrei già fatto, non è questo il punto. Io penso che tra coloro che non hanno aderito al Pd e che magari erano militanti e dirigenti dei Ds, ci sia un forte senso di appartenenza alla famiglia del socialismo europeo. Questo punto non va sottovalutato: noi facciamo parte di quella famiglia politica da 20 anni, esattamente da quando sancimmo questa appartenenza come Partito Comunista nel 1986, al XVII congresso a Firenze. Non uscirò dal partito del socialismo europeo, né per aderire al Pd, né per aderire ad una sinistra di alternativa che non facesse parte di quel campo politico.

Con Prc, Pdci e Verdi, nemmeno le liste unitarie alle prossime amministrative?

E’ assolutamente prematuro. Lo considero sbagliato perché preclude la possibilità di aggregare altre forze al di fuori del Pd che potrebbero trovare interesse a far parte se non di un partito, di un’alleanza politica ed elettorale in grado di concorrere con il nuovo soggetto Ds-Dl. Non capisco perché per esempio si sottovaluti il fatto che ci sono forze in seria crisi di identità nella stessa Margherita, negli ex democratici, forze che hanno fatto della battaglia per i diritti civili uno dei terreni fondamentali del loro impegno politico: mi meraviglia che si ignorino totalmente queste componenti politico-culturali

Siriferisce a Bordon?

Non solo a lui o ad altri parlamentari, ma anche a movimenti e a forze democratiche e liberal-democratiche che non aderiranno al Pd nel nome di una convinta laicità. Penso che ci sia un grande lavoro da fare: ho l’impressione che stiamo correndo il rischio d chiudere i recinti anziché aprirli.

Ma aprire a tutte queste componenti significa dover scegliere tra loro?

Dovremmo fare come il Pd, ma in maniera diversa cercare di unire e aggregare forze. Se adesso cominciamo già a dire che alle amministrative che si terranno tra un anno faremo una lista Sd-Prc-Pdci-Verdi compiamo un errore politico madornale perché rischiamo di regalare forze ed energie che al contrario dovremo tentare di agganciare.

Come sono i rapporti con Mussi? Ci riesce a rimanere nella stessa area?
I rapporti sono ottimi, come sempre. C’è un lavoro da fare intanto per consolidare questo nostro movimento di Sinistra Democratica, un lavoro che sia molto attento e diretto verso gli iscritti dei Ds che stanno vivendo con maggiore travaglio questo passaggio.

Veltroni guida del Pd: ci sono possibilità di riavvicinamento?
Prodi ha tracciato il profilo identitario del Pd come progressista e riformista ma di centro. Non mi sembra che Veltroni abbia idea di rivoluzionare il manifesto fondativo del nuovo partito, che contiene dei punti a mio avviso inaccettabili, come la questione della laicità, una certa visione della riforma dello stato sociale, la collocazione internazionale del partito, i riferimenti ai valori. Quando si dice che il principale valore è il cristianesimo, si opera una scelta molto precisa, rispettabile, ma non condivisibile. Non so se Veltroni sia in grado di cambiare tutto questo, ne dubito, anche perchè si è già capito che ci sarà un ticket: avrà un suo vice, chiamiamolo collaboratore o “guardiano”, cioè Franceschini. Del resto, il profilo del Pd è nato anche sulla base di contributi di Veltroni: è un po' anche figlio suo, è evidente che non lo cambierà."

di ANGELA MAURO da Liberazione del 27 giugno 2007

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