L'appuntamento è per questa sera alle 19,30: i «giovani», guidati da Roberto Giachetti della Margherita, terranno una serie di fiaccolate davanti a Cgil, Cisl e Uil per protestare contro il «conservatorismo» dei sindacati che difenderebbero chi le tutele le ha già (i dipendenti in età da pensione) contro i diritti dei precari. Intanto Daniele Capezzone, dei Radicali, ha confermato una «marcia dei giovani» in settembre, sulla stessa linea. E' un fiorire di sigle ignote che si candidano a rappresentare i «giovani», e che appaiono più che altro come succursali improvvisate dei partiti dell'Unione interessati a mantenere lo scalone. Di questi nuovi «giovani» abbiamo parlato con Paolo Nerozzi, segretario confederale della Cgil: il sindacato si deve comunque porre, nonostante in questa occasione sia attaccato da destra, il tema di come rispondere al lavoro precario, ancora largamente presente nel paese. Tra l'altro Nerozzi ci ha anticipato che «sullo scalone si è già a un buon punto», e che «le minacce a che l'accordo non si faccia vengono tutte dalla destra della coalizione». Anche con il Prc, la Cgil sarebbe «vicina a chiudere».
Nerozzi, come vi preparate alla fiaccolata dei «giovani»?
Dico innanzitutto che il fatto che si manifesti di fronte alle sedi del sindacato - davanti a Cgil, Cisl e Uil - è un fatto inquietante: in altri casi, in passato, si è trattato di manifestazioni di carattere eversivo. Non vorrei che anche qui fossimo davanti a fenomeni eversivi, spero tanto di sbagliarmi. E' poi altrettanto anomalo che a guidare questi giovani, evidentemente strumentalizzati, sia una persona di 40-50 anni (Giachetti della Margherita, ndr). Ma soprattutto mi chiedo una cosa: chi oggi manifesta contro il sindacato e, presuntamente, per i giovani, ha mai fatto nulla contro la precarietà o per cambiare le leggi attuali? Mi sembra proprio di no.
E' anche vero che la precarietà, con il governo dell'Unione, è diminuita di poco o nulla. Nel lavoro privato, sono stati assunti soltanto i 18 mila dei call center, pari allo 0,5% dei 3,5 milioni di precari del paese. Cosa propone la Cgil contro la precarietà?
Beh, bisogna ricordare anche i 60 mila della scuola, come stanno assumendo varie amministrazioni locali. Anche se realtà come quella di Modena - faccio un esempio - invece si rifiutano. Dopodiché è vero che si può fare ancora tanto e proprio per questo noi ci stiamo battendo. Ritorno sulle cose concrete che la Cgil sta chiedendo: agire non solo sugli ammortizzatori e i contributi figurativi, come in parte si è fatto e come si sta facendo, ma anche sulla casa - offrendo sgravi sugli affitti alle giovani coppie; sugli asili; sulle borse di studio e la formazione. Ma soprattutto, richiesta che sta portando avanti soltanto la Cgil, i contratti a termine.
Voi chiedete di limitarne l'utilizzo, ma il governo è frenato da Confindustria. Ma insomma: se non otteneste questo punto, potreste non firmare?
Diciamo che è un punto importante, che creerebbe seri problemi alla chiusura dell'accordo.
Ma la precarietà è anche i vari nodi della legge 30, i contratti a progetto, che il ministro Damiano non vuole abolire. Su quelli non mettete pregiudiziali? L'anno scorso parte della Cgil era al corteo «Stop precarietà ora». Quest'anno tornerete in piazza?
Io dico una cosa: in questa fase della trattativa ci sono i contratti a termine, ma noi non ci fermiamo qui e da settembre ci concentriamo su tutti gli altri aspetti, di cui fanno parte non solo la legge 30, ma anche la legge Treu, che ha portato degli abusi rispetto a quando fu introdotta. Da settembre possiamo prevedere opportune iniziative di mobilitazione.
La domanda sullo «scalone» è obbligatoria. Avete incontrato i vertici del Prc. Si intravedono punti d'incontro?
Io credo che le posizioni si siano avvicinate, stiamo lavorando. Posso solo dire che si riaffaccia la prima proposta del sindacato, fatta di un mix di scalini e quote, ma esentando una platea di lavori usuranti. Ma chiudo dicendo: il sindacato vuole arrivare a un accordo, mentre dalla destra della coalizione viene una minaccia non solo all'intesa, ma alla stessa sopravvivenza del governo. Queste forze non devono prevalere.
di ANTONIO SCIOTTO da il Manifesto del 11 luglio 2007
Nerozzi, come vi preparate alla fiaccolata dei «giovani»?
Dico innanzitutto che il fatto che si manifesti di fronte alle sedi del sindacato - davanti a Cgil, Cisl e Uil - è un fatto inquietante: in altri casi, in passato, si è trattato di manifestazioni di carattere eversivo. Non vorrei che anche qui fossimo davanti a fenomeni eversivi, spero tanto di sbagliarmi. E' poi altrettanto anomalo che a guidare questi giovani, evidentemente strumentalizzati, sia una persona di 40-50 anni (Giachetti della Margherita, ndr). Ma soprattutto mi chiedo una cosa: chi oggi manifesta contro il sindacato e, presuntamente, per i giovani, ha mai fatto nulla contro la precarietà o per cambiare le leggi attuali? Mi sembra proprio di no.
E' anche vero che la precarietà, con il governo dell'Unione, è diminuita di poco o nulla. Nel lavoro privato, sono stati assunti soltanto i 18 mila dei call center, pari allo 0,5% dei 3,5 milioni di precari del paese. Cosa propone la Cgil contro la precarietà?
Beh, bisogna ricordare anche i 60 mila della scuola, come stanno assumendo varie amministrazioni locali. Anche se realtà come quella di Modena - faccio un esempio - invece si rifiutano. Dopodiché è vero che si può fare ancora tanto e proprio per questo noi ci stiamo battendo. Ritorno sulle cose concrete che la Cgil sta chiedendo: agire non solo sugli ammortizzatori e i contributi figurativi, come in parte si è fatto e come si sta facendo, ma anche sulla casa - offrendo sgravi sugli affitti alle giovani coppie; sugli asili; sulle borse di studio e la formazione. Ma soprattutto, richiesta che sta portando avanti soltanto la Cgil, i contratti a termine.
Voi chiedete di limitarne l'utilizzo, ma il governo è frenato da Confindustria. Ma insomma: se non otteneste questo punto, potreste non firmare?
Diciamo che è un punto importante, che creerebbe seri problemi alla chiusura dell'accordo.
Ma la precarietà è anche i vari nodi della legge 30, i contratti a progetto, che il ministro Damiano non vuole abolire. Su quelli non mettete pregiudiziali? L'anno scorso parte della Cgil era al corteo «Stop precarietà ora». Quest'anno tornerete in piazza?
Io dico una cosa: in questa fase della trattativa ci sono i contratti a termine, ma noi non ci fermiamo qui e da settembre ci concentriamo su tutti gli altri aspetti, di cui fanno parte non solo la legge 30, ma anche la legge Treu, che ha portato degli abusi rispetto a quando fu introdotta. Da settembre possiamo prevedere opportune iniziative di mobilitazione.
La domanda sullo «scalone» è obbligatoria. Avete incontrato i vertici del Prc. Si intravedono punti d'incontro?
Io credo che le posizioni si siano avvicinate, stiamo lavorando. Posso solo dire che si riaffaccia la prima proposta del sindacato, fatta di un mix di scalini e quote, ma esentando una platea di lavori usuranti. Ma chiudo dicendo: il sindacato vuole arrivare a un accordo, mentre dalla destra della coalizione viene una minaccia non solo all'intesa, ma alla stessa sopravvivenza del governo. Queste forze non devono prevalere.
di ANTONIO SCIOTTO da il Manifesto del 11 luglio 2007
Nessun commento:
Posta un commento