Il Partito democratico è stato pensato, voluto e propagandato come antidoto alla frammentazione, ma, nei fatti, accade il contrario: nei Ds e nella Margherita si sono verificate rotture, scissioni e nuovi micropartiti. Il Partito democratico nasce come asse solido e portante della maggioranza governativa ma si verifica il contrario: nell’Unione c’è solo disunione, è cresciuta la conflittualità tra la sinistra massimalista e l’Ulivo-Pd, si è esasperato il protagonismo dei Mastella, Di Pietro, Dini, Bordon ed è emersa una tentazione centrista in seno alla Margherita. Il caos nella seduta del Senato sulla Rai dice bene cos’è la solidità dell’asse riformista del Pd. La situazione politica quindi si è fatta più confusa e più evidente è l’ingovernabilità. Un quadro cui concorre l’opposizione di centrodestra, la quale non delinea un’alternativa credibile dato che si fonda solo sul ritorno del Cavaliere a Palazzo Chigi, con conseguenze largamente prevedibili e già sperimentate negativamente.
Berlusconi, quindi, continua a chiedere nuove elezioni e dal centrosinistra c’è chi gli dà una mano nel momento in cui si afferma che se cade questo governo si va al voto subito. L’hanno detto Prodi e D’Alema e più recentemente Fassino. Lo fanno, si dice, per scoraggiare le manovre centriste di Casini, Dini e anche di Rutelli. Le elezioni? E con quale legge elettorale? Solo degli irresponsabili possono chiedere crisi al buio o elezioni se non c’è più questo governo. Tutti parlano ignorando la Costituzione e il ruolo che essa assegna al capo dello Stato quando si apre una crisi e si prospetta lo scioglimento del Parlamento. Ma torniamo ai leader della maggioranza. Era stato Fassino, solo qualche settimana addietro, a dire che, anzitutto, occorre cambiare la legge elettorale e a vedere nel sistema tedesco la soluzione più adeguata agli attuali sviluppi della situazione politica. Non solo, ma per avviare questa revisione si indicava nell’Udc di Casini un interlocutore valido. Si tenga presente che anche Rifondazione comunista caldeggia questa soluzione. Cosa è cambiato in queste settimane? Si dice che ci sono “manovre centriste” per sostituire in prospettiva l’alleanza Pd-sinistra radicale. Questo sospetto la dice tutta sulla consistenza politica di un’alleanza prorogabile solo con un bipolarismo-coatto, che riprodurrebbe quello che abbiamo conosciuto: l’ingovernabilità per i due schieramenti. Riflettiamo tutti. Nel momento in cui si costruiscono nuove forze politiche (Pd, Costituente socialista, Cosa rossa), altre vogliono trovare un’identità (Udc), altre ancora sono in travaglio identitario (Fi-An), la proporzionale con sbarramento non è una verifica affidata agli elettori?
Dopo la Liberazione, i partiti si richiamavano ai loro antenati del pre-fascismo, e solo il voto nel 1946 ne definì la forza reale e il ruolo. La legge elettorale tedesca avrebbe il vantaggio di operare questa verifica, di non sperdere l’esigenza di una bipolarità e della governabilità. D’altro canto solo ridefinendo se stessi i partiti possono verificare le affinità anche per un progetto costituzionale, di cui tutti parlano e i cui esiti parlamentari sino ad oggi (a destra e a sinistra) sono falliti perché frutto del bipolarismo-coatto. È possibile in questo clima avviare una discussione serena e costruttiva su questi temi? È quel che noi tentiamo ancora con questa nota.
di EMANUELE MACALUSO da il Riformista del 24 settembre 2007
Berlusconi, quindi, continua a chiedere nuove elezioni e dal centrosinistra c’è chi gli dà una mano nel momento in cui si afferma che se cade questo governo si va al voto subito. L’hanno detto Prodi e D’Alema e più recentemente Fassino. Lo fanno, si dice, per scoraggiare le manovre centriste di Casini, Dini e anche di Rutelli. Le elezioni? E con quale legge elettorale? Solo degli irresponsabili possono chiedere crisi al buio o elezioni se non c’è più questo governo. Tutti parlano ignorando la Costituzione e il ruolo che essa assegna al capo dello Stato quando si apre una crisi e si prospetta lo scioglimento del Parlamento. Ma torniamo ai leader della maggioranza. Era stato Fassino, solo qualche settimana addietro, a dire che, anzitutto, occorre cambiare la legge elettorale e a vedere nel sistema tedesco la soluzione più adeguata agli attuali sviluppi della situazione politica. Non solo, ma per avviare questa revisione si indicava nell’Udc di Casini un interlocutore valido. Si tenga presente che anche Rifondazione comunista caldeggia questa soluzione. Cosa è cambiato in queste settimane? Si dice che ci sono “manovre centriste” per sostituire in prospettiva l’alleanza Pd-sinistra radicale. Questo sospetto la dice tutta sulla consistenza politica di un’alleanza prorogabile solo con un bipolarismo-coatto, che riprodurrebbe quello che abbiamo conosciuto: l’ingovernabilità per i due schieramenti. Riflettiamo tutti. Nel momento in cui si costruiscono nuove forze politiche (Pd, Costituente socialista, Cosa rossa), altre vogliono trovare un’identità (Udc), altre ancora sono in travaglio identitario (Fi-An), la proporzionale con sbarramento non è una verifica affidata agli elettori?
Dopo la Liberazione, i partiti si richiamavano ai loro antenati del pre-fascismo, e solo il voto nel 1946 ne definì la forza reale e il ruolo. La legge elettorale tedesca avrebbe il vantaggio di operare questa verifica, di non sperdere l’esigenza di una bipolarità e della governabilità. D’altro canto solo ridefinendo se stessi i partiti possono verificare le affinità anche per un progetto costituzionale, di cui tutti parlano e i cui esiti parlamentari sino ad oggi (a destra e a sinistra) sono falliti perché frutto del bipolarismo-coatto. È possibile in questo clima avviare una discussione serena e costruttiva su questi temi? È quel che noi tentiamo ancora con questa nota.
di EMANUELE MACALUSO da il Riformista del 24 settembre 2007
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