venerdì 28 settembre 2007

Finanziaria, priorità alla giustizia sociale

La legge Finanziaria è lo strumento attraverso cui anno per anno prende forma la politica economica di ogni governo. Nondovrebbe essere così. Sulla manovra finanziaria vengono caricati oneri impropri, politici si intende, e le buone intenzioni di alleggerimento dal ruolo di «madre di tutte le leggi economiche» si sono fermate alle intenzioni.
Allora, a torto o ragione, i contenuti della manovra finanziaria sono inevitabilmente il test della coerenza delle scelte del governo e contemporaneamente la sua occasione per rispondere alle aspettative delle persone. Le aspettative sono molte e, a fronte di risorse limitate, si impongono scelte. Il segno di quelle scelte non può che essere guidato dall'idea di Italia che si ha in mente, e anche dall'idea di quali siano le vie da percorre per rilanciare il suo sviluppo.
Il documento che la sinistra ha consegnato a Prodi sulla manovra finanziaria si muove in questo solco. Ha in mente un'idea dell'Italia, propone allocazioni di risorse coerenti con quell'idea, indica dove reperire risorse aggiuntive, anche in questo caso perseguendo un'idea. I problemi di competitività del sistema Italia, sono fortemente legati alla dimensione delle sue imprese, al modello di specializzazione, alla scarsità (o assenza) di investimenti pubblici e privati su innovazione e ricerca. Qui c'è il primo segno da imprimere alla finanziaria: risorse sulla qualità, l'istruzione, l'innovazione e la ricerca; dunque lo sviluppo ambientalmente sostenibile. L'indice di disuguaglianza del paese rimane altissimo e in crescita, rendendo la nostra società sempre più polarizzata. Per questo la redistribuzione dei redditi ci vuole, non genericamente intesa, verso le lavoratrici e i lavoratori dipendenti, ma anche verso gli incapienti. Con lo stesso approccio e con le stesse motivazioni si può migliorare il protocollo del 23 luglio (quale è il senso del tetto ai lavori usuranti? Perché rinunciare alla scelta netta di arginare la precarietà dei contratti a termine?), esercitando il ruolo proprio del Parlamento, senza venir meno al rispetto dovuto a quel grande evento della democrazia italiana che è la consultazione promossa dal sindacato conferderale. Altrettanto importante è dare il senso di una società capace di assumere la responsabilità collettiva di fronte ai cambiamenti della struttura sociale e alle nuove domande di rappresentanza: in questo senso il fondo per gli anziani non autosufficienti è una esigenza reale e non più rinviabile. Questo è il secondo segno da dare alla Finanziaria: giustizia sociale come priorità e al contempo condizione per lo sviluppo.
Ma il documento non indica soltanto il senso della direzione di marcia e gli obiettivi concreti da perseguire.
Avanza anche proposte per il reperimento di risorse: la tassazione delle rendite finanziarie al 20% come in Europa, i tagli agli sprechi della politica e alle spese militari; anche in questo caso indicando terreni di intervento concreti e coerenti con la nostra idea dell'Italia - che poi è quella del programma dell'Unione - della sua collocazione europea ed internazionale e soprattutto scegliendo l'etica pubblica come tema fondamentale su cui agire per restituire credibilità alla politica.
Molti oggi invocano lo spirito dell'Unione, della compattezza della maggioranza per ricostruire consenso intorno al governo Prodi. C'è una risposta più trasparente, adeguata, convincente, di merito, non ambigua e soprattutto precedente a quegli appelli, dei contenuti del documento della sinistra?
Ma come la mettiamo con le alleanze di nuovo conio?
C'è una proposta meno trasparente, meno adeguata e convincente, più ambigua e pretestuosa del battere moneta nuova, per rinsaldare l'alleanza che attualmente governa e, quindi, rendere più stabile il Governo stesso?

di TITTI DI SALVO da l'unità del 28 settembre 2007

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