giovedì 27 settembre 2007

Per una cultura della pace e della non violenza: parteciperemo alla settimana della pace

La pace non è un lusso e la non violenza non è un semplice desiderio: sono un dovere. I dati contenuti nel Rapporto Annuale dell’Istituto di Ricerca per la Pace Internazionale di Stoccolma, pubblicati lo scorso mese di giugno dimostrano che le spese militari a livello globale nel 2006 hanno raggiunto uno nuovo picco con 1204 miliardi di dollari pari ad un aumento di 3,5% rispetto all’anno precedente, e che comportano un rialzo di 37% nei ultimi 10 anni. Le spese militari degli USA rappresentano circa la metà del totale con 529 miliardi di dollari. La Francia vi contribuisce con un aumento del 2,2% nel biennio 2006/2007. I trasferimenti di armamenti dall’Occidente (USA e Unione Europea) verso alcune regioni ad alta tensione dell’Asia centrale e nel Medio Oriente, sono aumenti in volume del 50% nel 2006. Alla faccia del Trattato di Non-Proliferazione che stabilisce che le cinque potenze nucleari (Cina, Francia, Russia, Regno Unito e USA) devono abbandonare il nucleare. Nello stesso tempo gli altri paesi debbano rinunciare a sviluppare o acquisire armi nucleari anche se potranno accedervi per uso civile e pacifico (sic!).

Mentre si riapre questa nuova corsa al riarmo e si spendono cifre stratosferiche in armamento, milioni di esseri umani muoiono ogni anno di fame e di sete, di malaria o altre malattie banalmente curabili, di guerre e catastrofi ambientali. Basterebbe un decimo delle spese miliari annue cioè 135 miliardi di dollari all’anno così come stabilito dagli Obbiettivi di Sviluppo del Millennio adottati dalle Nazioni Unite e ratificate da tutti gli stati. Serve una moratoria delle spese militare come primo passo verso una riconversione degli investimenti per creare uno sviluppo sostenibile in un mondo di pace. Sarebbe davvero un salto di qualità nell’affermarsi di una cultura della Pace e della Non violenza. Secondo l’ONU la cultura della pace è un insieme di valori, atteggiamenti, comportamenti e modi di vita che rifiutano categoricamente la violenza e prevenendo i conflitti con il dialogo tra individui, gruppi e stati.

Il tema della pace assieme a quello dello Sviluppo e dell’Ambiente sono questioni fondamentali dell’agenda politica globale. Sinistra Democratica nasce per far fronte ad un impegno politico articolato, una mobilizzazione democratica attorno a queste questioni che connotano l’impegno di una nuova sinistra del terzo millennio. Dunque la nostra identità di movimento ricalca il progetto e l’impegno politico per dar risposte di sinistra alle nuove sfide cui l’umanità si trova di fronte. Non si tratta di rievocazione ideologica di concetti astratti bensì la consapevolezza che siamo di fronte ad bivio e abbiamo poco tempo per reagire e evitare il disastro. Infatti, viviamo in un mondo caratterizzato da nuove sfide che non possiamo non vincere. Siamo nella cosiddetta “società globale del rischio” in riferimento ai rischi di implosione nucleare, di disastro ambientali e di implosione delle società moderne. Sono rischi concrete che derivano dalla crisi del capitalismo globale, una crisi profonda che se non viene risolta potrebbe avere effetti devastanti per la vita sul pianeta. Serve una mobilitazione straordinaria ed è per questo che Sinistra Democratica aderisce alla settimana della pace e partecipa con una propria delegazione alla marcia Perugia-Assisi.

di ALY BABA FAYE

Nessun commento: