lunedì 3 settembre 2007

Mussi: «La manifestazione? Un fatto compiuto, non ci stiamo».

«Non subiamo ricatti, la manifestazione va fatta e noi ci saremo», fa sapere Franco Giordano. «Non dobbiamo far cadere il governo da sinistra», ammonisce Fabio Mussi: «Il rischio che noi senza volerlo organizziamo la marcia degli incazzati è alto».
Il processo unitario a sinistra muove i primi passi e però rischia di subire una battuta d’arresto a causa della manifestazione del 20 ottobre.
Tanto che il leader di Sd chiede un incontro con i promotori per ridiscutere insieme la piattaforma, non solo per sgombrare dal campo ogni insidia per il governo, ma anche per una ragione di metodo: «Se c’è un processo unitario in corso non
posso trovarmi un giorno di fronte a un appello del quale mi si chiede o ci stai o non ci stai. Se c’è un processo unitario si discute tutto insieme». Ecco perché il ministro Sd parla di «falsa partenza» e, a meno di una riformulazione della piattaforma, fa capire che Sd non aderirà alla manifestazione. Giordano e Mussi discutono insieme al Verde Alfonso Pecoraro Scanio e al viceministro dello Sdi Ugo Intini dal palco della festa organizzata a Orvieto da Sinistra democratica. Il tema è l’unità a sinistra e qualche buon segnale non manca, visto che Mussi propone un tavolo con i ministri delle forze radicali dell’Unione e sia Giordano che Pecoraro Scanio si dicono d’accordo. L’invito viene rivolto anche allo Sdi, ma Intini si tira fuori preconizzando un centrosinistra strutturato in tre aree: Pd, socialisti, cosiddetta Cosa rossa (espressione che non piace al leader di Sd: «l’accetto solo se chiamiamo il Pd Cosa grigia»). Entro breve però Mussi, Ferrero, Pecoraro Scanio e Bianchi dovrebbero mettersi a lavorare insieme per produrre entro la fine del mese una piattaforma programmatica comune sui temi della Finanziaria. Un’operazione che per Mussi «aiuta il governo ad attuare il programma dell’Unione» e garantisce un maggior peso dell’ala sinistra della coalizione, «anche perché quest’anno o ci sarà il colpo d’ala o ci sarà lo schianto». E che per Giordano consente di «mettere i piedi nel piatto dall’inizio della discussione» perché «Padoa Schioppa ha già deciso di tagliare la spesa, da solo, come fosse il Vangelo»: «Ma dobbiamo sentirci solo ospiti in questo governo o dobbiamo costruire anche noi la politica economica e sociale?». L’entusiasmo per la buona notizia del coordinamento dei quattro ministri viene però subito raffreddato, tra i circa quattrocento presenti, dalla divisione che emerge tra Giordano e Mussi quando si inizia a parlare della manifestazione del 20 ottobre. "La manifestazione non è contro il sindacato, e poi anche Epifani ha espresso delle criticità sul protocollo, possiamo discuterne insieme", dice il leader del Prc rispondendo ai timori espressi la sera prima da questo stesso palco dal segretario della Cgil. Giordano conferma insomma che il Prc aderisce alla manifestazione e attacca gli alleati, quelli come il ministro Mastella che per il Family day è sceso in piazza «in compagnia della Cdl contro una legge di questo governo», ma non solo: «Ma cos’è questo atteggiamento autoritario del Pd, che dice che non si possono fare manifestazioni perché siamo al governo? Questa è una manifestazione che chiede l’attuazione del programma». Posizione espressa anche da Pecoraro Scanio, per il quale se qualcuno non aderisce è perché «ha già preparato le valigie per inciuciare con Berlusconi e la Brambilla». Il suo è un tono più scherzoso. Mentre Giodano si muove sul registro grave quando manda a dire: «Noi ci saremo, non ci lasceremo intimidire. Non possiamo subire queste angherie, questi ricatti». Anche a Mussi non sono piaciuti certi "toni inusuali" a cui negli ultimi giorni sono ricorsi alcuni alleati di governo. Ma il leader di Sd ribadisce di avere dei dubbi sull’opportunità di scendere in piazza il 20 ottobre. E questo per motivi sia di metodo, perché «un processo unitario implica che ogni cosa si discute tutti insieme», che di merito: «Ho letto la piattaforma della manifestazione. Si parla di pensioni, precariato, Afghanistan, no-Tav, no-Dal Molin, no-Mose... Dobbiamo fare attenzione a forme di iniziativa che, anche involontariamente, possono mettere con le spalle al muro».

di SIMONE COlLINI da l'Unità del 3 Settembre 2007

2 settembre 2007, Orvieto - Intervista a Fabio Mussi, Franco Giordano, Alfono Pecoraro Scanio e Ugo Intini (Audio-Video)

Nessun commento: