Boccia la richiesta dei sindaci sui poteri di polizia («Chi dev´essere rieletto può cedere a pressioni arbitrarie»); accusa il Pd di subire, sulla sicurezza, «l´egemonia della Lega»; di Prodi si fida («Ha promesso di coinvolgermi»), ma il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero fa una proposta che può non piacere ad Amato: «Facciamo provvedimenti distinti per criminalità e vivibilità urbana».
Ha visto che i sindaci vogliono le funzioni di polizia giudiziaria?
«È una richiesta molto sbagliata perché l´ordine pubblico deve essere gestito dallo Stato in modo omogeneo. Affidare a chi viene eletto su un territorio un simile potere può alimentare un esercizio arbitrario per favorire interessi di parte in vista di una nuova candidatura. Non a caso in Usa la struttura degli sceriffi non fu estranea al mantenimento negli stati del Sud di forme di razzismo contro i neri quando già c´erano le norme sulla parità dei diritti».
È un caso che la Lega si batta per la polizia locale?
«Purtroppo stiamo assistendo a un fenomeno preoccupantissimo di egemonia culturale e politica dell´estremismo della Lega su una parte significativa del Pd. Da un lato, si fa di tutt´erba un fascio, e si mettono assieme il contrasto alle rapine violente nelle ville e agli omicidi della ‘ndrangheta con la lotta ai lavavetri, criminalizzando la marginalità sociale e suggerendo soluzioni penali. Dall´altro, ha la meglio l´egemonia della destra per cui all´insicurezza dei cittadini, che è un fenomeno vero, si risponde solo sul terreno del decoro urbano e si vogliono togliere di mezzo lavavetri, accattoni, graffitari. Senza tener conto che l´insicurezza deriva soprattutto dalla precarietà e dalla rottura dei legami sociali».
Se passasse il piano Amato non cambierebbe niente?
«È dimostrato che la percezione d´insicurezza cresce anche quando calano i reati. Ma i sindaci e Amato cadono nella logica del capro espiatorio, con cui si dà un nome a una paura che ha cause diversificate. Quel nome è "immigrato". Così il centrosinistra rischia di adottare il modello usato per anni dalla destra. Ma l´insicurezza non scende e si creano emarginazioni urbane ancora più distruttive».
Cofferati si vanta di aver aperto un dialogo con An.
«Ciò aumenta le mie preoccupazioni perché conferma il rischio della subalternità del centrosinistra alla destra e la possibile produzione di veleni nel corpo sociale che impiegheremo anni a bonificare».
Da giorni il suo segretario Giordano diffida Prodi dal rincorrere la destra sulla sicurezza. Ma non si rischia il permissivismo?
«La sicurezza è un problema per tutti, ma se la destra criminalizza la marginalità sociale, la sinistra è tenuta a distinguere bene tra criminalità e marginalità, deve reprimere la prima e intervenire sulla seconda per recuperarla. Per questo la sinistra ha inventato il Welfare. I poveri non vanno messi in galera, ma aiutati a uscire dalla povertà. Com´è avvenuto a Pisa dove c´è una giunta di sinistra ma senza Rifondazione: 12 anni fa c´erano alcune centinaia di rom e solo due ragazzini andavano a scuola. Ora tutti i bambini rom frequentano la scuola dell´obbligo e qualcuno prosegue, la maggioranza dei 470 rom abita in casa e non più nei campi, e una buona fetta lavora».
Amato teme la deriva fascista se non protegge la moglie aggredita dal lavavetro.
«Il lavavetri che aggredisce va perseguito penalmente, ma ciò non giustifica il prendersela con tutti i lavavetri. Condivido la proposta di Chiamparino, se si regolarizza la loro attività la si controlla. Ma se centinaia di persone che vivono pulendo i vetri vengono cacciati non si rischiano guai peggiori per la sicurezza?».
Amato dice basta alla «sociologia d´accatto».
«È fuori bersaglio. Propongo soluzioni diverse da quelle annunciate perché sono convinto che siano sbagliate e controproducenti anche in termini di sicurezza».
E Mastella che parla della vecchietta scippata, senza pensione, e della gente che «non ne può più»?
«Bisogna commisurare tutto alla gravità del reato. Un omicidio è un omicidio, uno scippo è uno scippo. Da un lato ci sono la certezza della pena e il potenziamento dell´attività investigativa, dall´altro il recupero sociale. Molti furti in casa impuniti fanno sentire la gente in balia dei criminali quasi che la giustizia non ci fosse. Occorre intervenire qui, con nettezza, all´interno dell´ambito costituzionale. Ma non si può sbattere la gente in galera e basta, anche perché il carcere ha uno scarsissimo potere rieducativo».
A Roma la task force voluta da Veltroni vanta il sequestro di tonnellate di merci contraffatte. È di sinistra?
«Che ci sia anche questo nel capitolo sicurezza è indice dell´imbarbarimento. Non mi pare un´emergenza sociale, semmai ha a che fare con la tutela delle griffe, ma di fronte a un´evasione fiscale così alta lo stesso dispendio di forze potrebbe essere indirizzato lì e otterremo un maggiore risultato».
Entrando nel governo pensava che l´ex sindaco Giuliani sarebbe diventato un riferimento per palazzo Chigi?
«Francamente no».
Crede a Prodi che promette di coinvolgerla?
«Aspetto di essere convocato alla prossima riunione, anche se non nascondo di essere molto pessimista e molto preoccupato. Ma una cosa, per me, è decisiva: chiederò che i provvedimenti sulla criminalità e sul vivere urbano siano due cose ben distinte».
di LIANA MILELLA da la Repubblica del 7 settembre 2007
1 commento:
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