Alcune delle recenti uscite nel mondo della sinistra italiana lasciano pensare che la nascita di Sinistra Democratica abbia rilanciato una riflessione di sinistra nel nostro Paese. Un movimento come Sinistra Democratica, che propone l'unità, l'ascolto della società civile, il ritornare a ragionare sulle grandi questioni, può essere un contributo a far vedere agli italiani la luce dopo un tunnel durato più di un ventennio.
Franco Giordano e Paolo Ferrero si sono recati in settimana davanti ai cancelli della Fiat, nuovamente assorbendo i malumori e l'indifferenza degli operai. Hanno potuto offrire poche prospettive ma, almeno, si sono rimessi ad ascoltare. Lo stesso Giordano ha ripreso gli avvertimenti e le analisi di Salvi e Villone nel loro libro sui "costi della politica" e ha auspicato una riduzione degli incarichi stipendiati alle centinaia di migliaia che campano di partito.
Finalmente si sente parlare di abbassamento di stipendi e pensioni di parlamentari e consiglieri regionali, di tetti più rigorosi ai guadagni di manager pubblici. Insomma, la sinistra potrebbe tornare a fare massa critica in nome un riavvicinamento della politica ai cittadini. E' una bella notizia.
C'è la conferma nel mondo sindacale che l'epoca delle concessioni segna il passo e si darà inizio ad un'epoca delle rivendicazioni. I sindacati confederali non hanno più timore di ammettere che dagli anni Ottanta ad oggi vi è stato un gigantesco spostamento di risorse dal lavoro dipendente in direzione di profitti e rendite. Hanno iniziato migliaia di pensionati all'Eur a chiedere che il risanamento non passi per le loro misere pensioni e speriamo finiscano centinaia di migliaia di precari in un'altra piazza d'Italia, questa volta in una manifestazione organizzata e animata dai sindacati confederali.
Il sindaco Walter Veltroni, che deve aver fiutato l'aria, propone un reddito di cittadinanza, finalmente riconoscendo che i poveri non sono solo in Africa e che la città che cresce oltre il 3 per cento l'anno è anche la capitale del lavoro nero, del lavoro sottopagato e di quello precario, oltre che vittima di un'emergenza abitativa senza precedenti. Personalmente (memore del fatto che anche il Cile di Pinochet garantiva un reddito di cittadinanza) preferirei misure strutturali come il ritorno all'equo canone e gli sgravi fiscali per gli affitti, il miglioramento del servizi a spese dei costruttori, una metropolitana che funzioni, rispetto a misure di carattere "compensativo" come il reddito di cittadinanza. Ma almeno il sindaco inizia ad occuparsi non solo di Roma (cosa che ha ben fatto) ma anche dei romani.
Persino Pierluigi Bersani, in un intervento pubblicato da l'Unità e rivolto ad un giovane uditorio, si concede toni alti e rievoca l'idealità della politica. Nel ricordare come si avvicinò alla politica ricorda il contributo per l'alluvione di Firenze, la solidarietà di migliaia di giovani convenuti. Visto che però riesce a non nominare mai la classe operaia o la lotta al capitalismo come ragione del suo impegno nel Pci, ci si domanda perché non si sia iscritto a qualche associazione cattolica per esprimere al meglio la sua vena solidale.
Giovanni Berlinguer, nella sua splendida intervista con Valentino Parlato che lo conferma come padre spirituale del nuovo movimento, ha giustamente fatto osservare come il tema dei beni comuni costituisca il nuovo fronte della sinistra. Non si è spinto fino a criticare le privatizzazioni dei servizi operate durante i precedenti governi di centro-sinistra, e forse noi in questo potremmo essere meno pudici.
Se a questi temi riusciremo con proposte concrete ad aggiungere anche quello di un ripensamento della Nato e quindi di una reale politica estera europea, e quello di come rilanciare la democrazia nei luoghi di lavoro, dalle fabbriche alle grandi società dei servizi, la sinistra italiana sarà finalmente riuscita a ritrovarsi.
Franco Giordano e Paolo Ferrero si sono recati in settimana davanti ai cancelli della Fiat, nuovamente assorbendo i malumori e l'indifferenza degli operai. Hanno potuto offrire poche prospettive ma, almeno, si sono rimessi ad ascoltare. Lo stesso Giordano ha ripreso gli avvertimenti e le analisi di Salvi e Villone nel loro libro sui "costi della politica" e ha auspicato una riduzione degli incarichi stipendiati alle centinaia di migliaia che campano di partito.
Finalmente si sente parlare di abbassamento di stipendi e pensioni di parlamentari e consiglieri regionali, di tetti più rigorosi ai guadagni di manager pubblici. Insomma, la sinistra potrebbe tornare a fare massa critica in nome un riavvicinamento della politica ai cittadini. E' una bella notizia.
C'è la conferma nel mondo sindacale che l'epoca delle concessioni segna il passo e si darà inizio ad un'epoca delle rivendicazioni. I sindacati confederali non hanno più timore di ammettere che dagli anni Ottanta ad oggi vi è stato un gigantesco spostamento di risorse dal lavoro dipendente in direzione di profitti e rendite. Hanno iniziato migliaia di pensionati all'Eur a chiedere che il risanamento non passi per le loro misere pensioni e speriamo finiscano centinaia di migliaia di precari in un'altra piazza d'Italia, questa volta in una manifestazione organizzata e animata dai sindacati confederali.
Il sindaco Walter Veltroni, che deve aver fiutato l'aria, propone un reddito di cittadinanza, finalmente riconoscendo che i poveri non sono solo in Africa e che la città che cresce oltre il 3 per cento l'anno è anche la capitale del lavoro nero, del lavoro sottopagato e di quello precario, oltre che vittima di un'emergenza abitativa senza precedenti. Personalmente (memore del fatto che anche il Cile di Pinochet garantiva un reddito di cittadinanza) preferirei misure strutturali come il ritorno all'equo canone e gli sgravi fiscali per gli affitti, il miglioramento del servizi a spese dei costruttori, una metropolitana che funzioni, rispetto a misure di carattere "compensativo" come il reddito di cittadinanza. Ma almeno il sindaco inizia ad occuparsi non solo di Roma (cosa che ha ben fatto) ma anche dei romani.
Persino Pierluigi Bersani, in un intervento pubblicato da l'Unità e rivolto ad un giovane uditorio, si concede toni alti e rievoca l'idealità della politica. Nel ricordare come si avvicinò alla politica ricorda il contributo per l'alluvione di Firenze, la solidarietà di migliaia di giovani convenuti. Visto che però riesce a non nominare mai la classe operaia o la lotta al capitalismo come ragione del suo impegno nel Pci, ci si domanda perché non si sia iscritto a qualche associazione cattolica per esprimere al meglio la sua vena solidale.
Giovanni Berlinguer, nella sua splendida intervista con Valentino Parlato che lo conferma come padre spirituale del nuovo movimento, ha giustamente fatto osservare come il tema dei beni comuni costituisca il nuovo fronte della sinistra. Non si è spinto fino a criticare le privatizzazioni dei servizi operate durante i precedenti governi di centro-sinistra, e forse noi in questo potremmo essere meno pudici.
Se a questi temi riusciremo con proposte concrete ad aggiungere anche quello di un ripensamento della Nato e quindi di una reale politica estera europea, e quello di come rilanciare la democrazia nei luoghi di lavoro, dalle fabbriche alle grandi società dei servizi, la sinistra italiana sarà finalmente riuscita a ritrovarsi.
di GIULIANO GARAVINI da Aprileonline del 18/05/07
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