giovedì 10 maggio 2007

Un "Ulivo" della sinistra

La corsa all'Eliseo si è conclusa con la vittoria del candidato neogollista Nicolas Sarkozy sulla candidata socialista Ségolène Royal con un risultato finale del 53% per il primo e il 47% per la seconda. Non mi sembra una distanza siderale. Siamo di fronte, come sempre più spesso accade in tutte le democrazie occidentali, al prevalere di misura di una parte sull'altra. Non siamo, però di fronte ad una vittoria dilagante come sembrava a qualcuno. Credo che adesso i socialisti francesi si interrogheranno su quali strumenti adottare per rispondere efficacemente a questa vittoria della destra alle prossime tornate elettorali. Tanto per citare un dato, i socialisti francesi in un sondaggio effettuato in vista delle elezioni legislative di giugno, sono stimati al 30%, una cifra che parrebbe superiore a quella a cui si attesterebbe l'attuale Partito Democratico nostrano.
Stupiscono in questo senso le affermazioni del vice presidente del Consiglio, Francesco Rutelli, secondo cui la sinistra da sola non sarebbe più autosufficiente. Verrebbe da chiedergli, amichevolmente, se pensa che il Pd, invece, possa vincere da solo. Non si tratta di una questione di poco conto, perché o si ha chiaro che in tutti i paesi oggi non esistono più le condizioni politiche, economiche, materiali per l'esistenza di due forze numericamente pesanti a tal punto da egemonizzare un'intera coalizione, oppure si rischia di compiere delle operazioni pasticciate foriere di tensioni di cui non si sente la necessità.
In Italia credo ci sia spazio per una forza socialista democratica che sia parte integrante del socialismo europeo. Ridurre tutto alla scelta fra Partito democratico e Rifondazione comunista è sbagliato e non rappresenta l'articolazione delle forze in campo. La sinistra può essere unitaria e plurale con forze distinte e lavorare ad un progetto comune per il governo del paese. Trovo sbagliata l'idea dello scioglimento dei partiti. Avrebbe avuto più senso, come abbiamo avuto modo di scrivere nella mozione congressuale "Per un partito nuovo, Democratico e Socialista", se a dar vita al progetto non fossero stati solo due partiti ma si fosse lavorato a un progetto un più coinvolgente. Vale a dire la realizzazione di un'operazione che desse maggiore visibilità e percezione della cooperazione tra i diversi riformismi progressisti presenti in Italia quello cattolico democratico, quello socialista, quello ambientalista, quello laico e quello liberale.
Non mi hanno convinto la collocazione più centrista, di cui si rivela il profilo quando si discutono temi come la laicità, e la collocazione nel panorama europeo.
La Sinistra Democratica è all'inizio di un percorso. Il nostro è un movimento della sinistra parte integrante del Pse che collaborerà unitariamente anche con le altre forze riformiste, ambientaliste, laiche, socialiste e anche con quelle più radicali. L'auspicio, e gli sforzi che metteremo in atto, almeno per chi sta scrivendo, è quello di porre le condizioni affinché possa nascere una sorta di Ulivo della sinistra. Perché no? Rendere più chiara la rappresentanza della sinistra di governo sarebbe un'operazione molto utile all'intero centrosinistra italiano. Non è forse vero che oggi al governo del Paese ci sono tutte le forze della sinistra da quelle più riformiste a quelle più radicali? L'avvio di una costituente socialista di cui si sono visti i contorni al convegno di Bertinoro e al congresso nazionale dello Sdi a Fiuggi, è un fatto positivo che dovrebbe interessare tutti coloro che si sentono rappresentati dai valori e dalle forze che aderiscono al Pse. E, aggiungo, dovrebbe interessare anche coloro che ritengono, da sinistra, non più esaustive dei movimenti, reali e politici, il Pse e l'Is nel loro complesso, ma che individuano in quella famiglia lo strumento di partenza per un confronto che abbia sempre alla sua base i valori di uguaglianza, giustizia e libertà.
Ma un altro compito che dobbiamo assolvere è quello di dare il nostro contributo, come sinistra di governo, per rappresentare al meglio anche le spinte più dinamiche e innovative che attraversano la nostra società. Soltanto così renderemo un servizio importante al centrosinistra italiano e al paese nel suo complesso.

di GAVINO ANGIUS da Aprileonline del 10/05/07

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