Marco Boato è preoccupato per il comportamento del governatore Lorenzo Dellai e dichiara: «Ha perso la bussola politica». Lo preoccupano le sue prese di posizione a sorpresa affidate ad interviste, da quella del febbraio scorso sulle piste del Cermis, alla più recente, rilasciata sempre all' Adige , venerdì scorso, in cui ha bocciato il Partito democratico, ha parlato della crisi della politica e ha spiazzato tutti riaprendo il dibattito sulla riforma della legge elettorale provinciale, chiesta dal centrodestra. Si tratta di una serie di riflessioni sul futuro del centrosinistra trentino che il leader ha maturato da solo e che ha espresso senza condividerle prima con la sua coalizione e men che meno con la Margherita. Ed è proprio questo pensare da solo e muoversi da solo, senza nessun coinvolgimento dei partiti che compongono la sua maggioranza, con l'obiettivo di cercare un filo diretto con i cittadini, che sta suscitando allarme e malcontento tra gli alleati.
Il deputato e presidente dei Verdi del Trentino parla di questo atteggiamento di Dellai con l'ansia di chi non riconosce più il leader di cui per primo ha proposto la riconferma per le elezioni provinciali del 2008 e ora non risparmia critiche durissime.
Onorevole Boato, cosa la inquieta delle prese di posizione del presidente Dellai?
Io sono molto preoccupato per lui e per noi perché vedo il rischio di una deriva cossighiana in questa pluralità di esternazioni elaborate in angosciata solitudine che non portano da nessuna parte, come quelle sulle ipotesi di modifica della legge elettorale, con cui smentisce sè stesso e gli accordi di coalizione.
Cosa intende per deriva cossighiana?
Non è un'offesa, perché Cossiga è una persona intelligentissima e lo conosco bene, ma con le picconate solitarie non si costruisce un futuro della coalizione. Mi pare che lui esprima insoddisfazione per la realtà politica e sia alla ricerca individuale di una soluzione, ma quelle che ha prospettato fino ad ora sono tutte molto deboli. Il tentativo di rilanciare la coalizione non può avvenire in una angosciata solitudine. Lui si comporta come un uccello in gabbia che sbatte di qua e di là contro le sbarre.
Cosa non condivide delle affermazioni di Dellai?
Io condivido tutta la critica di Dellai su come sta nascendo il Partito democratico, dunque la diagnosi, ma non la terapia. L'alternativa da lui proposta è troppo localistica e provincialistica e non porta da nessuna parte, oltre a non corrispondere alla cultura politica di Dellai e terrebbe fuori il Trentino dai processi nazionali.
Le aperture a modifiche della legge elettorale, come la soglia di sbarramento, non le piacciono perché penalizzano i piccoli partiti come i Verdi?
Non è questo che ci spaventa. L'idea della soglia di sbarramento è stupida politicamente in un sistema con premio di maggioranza. Ma è inaccettabile che lui cambi idea con esternazioni prive di rapporto con la coalizione che suscitano gli elogi di Malossini e Udc. Mi lascia sconcertato. Mi sembra che Dellai dimostri un comportamento irresponsabile, ha perso la bussola politica. Non voglio svegliarmi ogni mattina chiedendomi cosa avrà detto oggi ai giornali.
Basta con questa sceneggiata. Cosa intende per sceneggiata?
Un giorno affida a un gruppo di professori lo studio sulla democrazia di base, un altro dice di aver coinvolto 100 ragazzi per elaborare un nuovo linguaggio della politica, ma dobbiamo ancora vederli, e poi usa parole slogan come «spirito di Land» che dicono tutto e niente. Invece di parlare di Land, inizi a fare qualcosa per riformare lo statuto di autonomia. Dal 2 febbraio quando Prodi è venuto a Bolzano non è ancora partito il tavolo regionale Unione-Svp.
Il deputato e presidente dei Verdi del Trentino parla di questo atteggiamento di Dellai con l'ansia di chi non riconosce più il leader di cui per primo ha proposto la riconferma per le elezioni provinciali del 2008 e ora non risparmia critiche durissime.
Onorevole Boato, cosa la inquieta delle prese di posizione del presidente Dellai?
Io sono molto preoccupato per lui e per noi perché vedo il rischio di una deriva cossighiana in questa pluralità di esternazioni elaborate in angosciata solitudine che non portano da nessuna parte, come quelle sulle ipotesi di modifica della legge elettorale, con cui smentisce sè stesso e gli accordi di coalizione.
Cosa intende per deriva cossighiana?
Non è un'offesa, perché Cossiga è una persona intelligentissima e lo conosco bene, ma con le picconate solitarie non si costruisce un futuro della coalizione. Mi pare che lui esprima insoddisfazione per la realtà politica e sia alla ricerca individuale di una soluzione, ma quelle che ha prospettato fino ad ora sono tutte molto deboli. Il tentativo di rilanciare la coalizione non può avvenire in una angosciata solitudine. Lui si comporta come un uccello in gabbia che sbatte di qua e di là contro le sbarre.
Cosa non condivide delle affermazioni di Dellai?
Io condivido tutta la critica di Dellai su come sta nascendo il Partito democratico, dunque la diagnosi, ma non la terapia. L'alternativa da lui proposta è troppo localistica e provincialistica e non porta da nessuna parte, oltre a non corrispondere alla cultura politica di Dellai e terrebbe fuori il Trentino dai processi nazionali.
Le aperture a modifiche della legge elettorale, come la soglia di sbarramento, non le piacciono perché penalizzano i piccoli partiti come i Verdi?
Non è questo che ci spaventa. L'idea della soglia di sbarramento è stupida politicamente in un sistema con premio di maggioranza. Ma è inaccettabile che lui cambi idea con esternazioni prive di rapporto con la coalizione che suscitano gli elogi di Malossini e Udc. Mi lascia sconcertato. Mi sembra che Dellai dimostri un comportamento irresponsabile, ha perso la bussola politica. Non voglio svegliarmi ogni mattina chiedendomi cosa avrà detto oggi ai giornali.
Basta con questa sceneggiata. Cosa intende per sceneggiata?
Un giorno affida a un gruppo di professori lo studio sulla democrazia di base, un altro dice di aver coinvolto 100 ragazzi per elaborare un nuovo linguaggio della politica, ma dobbiamo ancora vederli, e poi usa parole slogan come «spirito di Land» che dicono tutto e niente. Invece di parlare di Land, inizi a fare qualcosa per riformare lo statuto di autonomia. Dal 2 febbraio quando Prodi è venuto a Bolzano non è ancora partito il tavolo regionale Unione-Svp.
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