«IL NOSTRO GIUDIZIO sull’esito del voto è molto serio e preoccupato. Ma non siamo sorpresi: se si analizzano i flussi elettorali del 2006 si vede che c’è un voto dei ceti popolari già molto orientato verso il centrodestra: c’è un malessere sociale che questo primo anno di governo non ha risolto». Titti Di Salvo, capogruppo alla Camera di Sinistra democratica, è molto netta: «L’azione del governo non ha ancora risposto ai bisogni materiali di giustizia sociale certificati dall’Istat. La discussione sul tesoretto e alcune esternazioni sull’età pensionabile appaiono come una sottovalutazione di quei problemi. Nella Finanziaria ci sono stati dei segnali e anche sulla lotta all’evasione fiscale e al lavoro nero, ma bisogna andare avanti. Sulle pensioni bisogna dare dei segnali chiari: eliminare lo scalone e rivedere i coefficienti».
C’è chi dice che il voto al Nord derivi soprattutto da una delusione dei ceti produttivi.
«C’è una somma di richieste di rappresentanza che non si ritengono accolte. Io credo che il governo di centrosinistra dovrebbe ascoltare le richieste di chi vive in condizioni difficili, a partire dai precari: sarebbe coerente col programma dell’Unione».
È stato un voto contro il governo?
«È sbagliato tradurre automaticamente il voto amministrativo in un giudizio sul governo. Ma sarebbe miope non vedere come le due cose si influenzano. C’è un astensionismo che ha penalizzato il centrosinistra e che nasce anche da una distanza tra la politica e le persone. Poi ha pesato la discussione sul contratto degli statali: abbiamo dato l’impressione di un governo in difficoltà nel fare un atto normale».
C’è un problema di leadership nella maggioranza?
«C’è un modo per uscire dalle difficoltà: stare al programma, che non è usurato e incrocia le esigenze reali di un Paese che non è ancora uscito da 5 anni di declino berlusconiano».
Sembra che voi siate soddisfatti delle difficoltà dell’Ulivo. Eppure in moltissime liste eravate insieme...
«A Taranto no e abbiamo avuto un risultato lusinghiero. Le prove migliori il centrosinistra le ha realizzate dove c’erano candidati sindaco con un profilo nettamente di sinistra».
Mussi parla di una debacle per il Pd. Ma alle elezioni non c’era ancora...
«Non in quanto tale, ma le liste dell’Ulivo preludono a questa scelta. Non si può non vedere che gli elettori non l’hanno premiata. Il dato è omogeneo: in tutta Italia l’Ulivo ha avuto una riduzione consistente».
Anche Rifondazione non è andata benissimo...
«Mi pare che i risultati migliori li abbia quando sostiene candidati unitari della sinistra. E poi il sostegno leale al governo può essere stato pagato in termini elettorali.
da l'Unità del 30/05/07
C’è chi dice che il voto al Nord derivi soprattutto da una delusione dei ceti produttivi.
«C’è una somma di richieste di rappresentanza che non si ritengono accolte. Io credo che il governo di centrosinistra dovrebbe ascoltare le richieste di chi vive in condizioni difficili, a partire dai precari: sarebbe coerente col programma dell’Unione».
È stato un voto contro il governo?
«È sbagliato tradurre automaticamente il voto amministrativo in un giudizio sul governo. Ma sarebbe miope non vedere come le due cose si influenzano. C’è un astensionismo che ha penalizzato il centrosinistra e che nasce anche da una distanza tra la politica e le persone. Poi ha pesato la discussione sul contratto degli statali: abbiamo dato l’impressione di un governo in difficoltà nel fare un atto normale».
C’è un problema di leadership nella maggioranza?
«C’è un modo per uscire dalle difficoltà: stare al programma, che non è usurato e incrocia le esigenze reali di un Paese che non è ancora uscito da 5 anni di declino berlusconiano».
Sembra che voi siate soddisfatti delle difficoltà dell’Ulivo. Eppure in moltissime liste eravate insieme...
«A Taranto no e abbiamo avuto un risultato lusinghiero. Le prove migliori il centrosinistra le ha realizzate dove c’erano candidati sindaco con un profilo nettamente di sinistra».
Mussi parla di una debacle per il Pd. Ma alle elezioni non c’era ancora...
«Non in quanto tale, ma le liste dell’Ulivo preludono a questa scelta. Non si può non vedere che gli elettori non l’hanno premiata. Il dato è omogeneo: in tutta Italia l’Ulivo ha avuto una riduzione consistente».
Anche Rifondazione non è andata benissimo...
«Mi pare che i risultati migliori li abbia quando sostiene candidati unitari della sinistra. E poi il sostegno leale al governo può essere stato pagato in termini elettorali.
da l'Unità del 30/05/07
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