sabato 5 maggio 2007

Questa volta l’unità della sinistra si può fare davvero

Caro direttore,
vorrei, dalle pagine dell’Unità, rivolgere un saluto e una serie di considerazioni alle compagne e ai compagni della Sinistra Democratica che oggi si riuniscono al Palaeur, con i quali ho condiviso tanta parte delle battaglie degli ultimi anni e sono sicuro condividerò anche tanti prossimi impegni. Proprio di questo voglio parlare. Credo che la scelta di uscire dai Ds per dare vita ad un movimento autonomo che si considera transitorio e si pone esplicitamente l’obiettivo di unire la sinistra sia una scelta felice e utile a tutti noi.
Credo anche che occorra accelerare sul terreno dell’unità. Avverto il peso e la responsabilità che i dirigenti della sinistra hanno nei confronti degli elettori, dei lavoratori, dei giovani precari, di tutti coloro che vogliamo rappresentare. Non dobbiamo sprecare questa occasione.
Alcuni passi, importanti, sono stati fatti o si stanno compiendo: penso soprattutto all’iniziativa di coordinare i gruppi parlamentari, tanto in Italia quanto in Europa. Noi, nell’assemblea di Uniti a Sinistra a cui ha partecipato anche Fabio Mussi, abbiamo proposto un ulteriore passo avanti: la riunione di una assemblea di tutti gli eletti della sinistra nel parlamento che strutturi il coordinamento e gli dia una base democratica. Un’assemblea che torni a riunirsi spesso per affrontare i temi dell’agenda politica e di governo, a partire dai «dossier» aperti (penso alle pensioni, al «tesoretto», alla politica internazionale). Una «massa critica» parlamentare in grado di influenzare l’azione di governo. Parimenti, a livello regionale e locale, analoghi coordinamenti e assemblee dovrebbero realizzarsi ovunque. Voglio dirlo esplicitamente: qualcosa che prefiguri la nuova forza politica che dobbiamo costruire.
In secondo luogo, credo sia necessario sin d’ora stringere un «patto d’onore» di fronte ai nostri elettori: alle prossime elezioni di carattere generale e, perché no, anche nelle elezioni amministrative del prossimo anno, la sinistra dovrà presentarsi unita, in un’unica lista, alleata con il partito democratico ma anche concorrente con esso. Questo patto credo possa essere un segnale di impegno e di serietà verso il nostro popolo.
Infine, ma non per ultimo, anzi per prima cosa, occorre mettere in piedi il «cantiere» della sinistra, magari attraverso una grande assemblea nel prossimo autunno che si configuri come dei veri «stati generali» della sinistra ai quali convocare non solo i partiti ma anche i tantissimi movimenti e associazioni territoriali e nazionali in cui tanta parte della militanza politico-sociale oramai si esprime.
Oggi nasce Sinistra Democratica. L’11 Uniti a sinistra, Ars e Rossoverdi si uniranno in un movimento per l’unità della sinistra. In giugno nascerà la Sinistra europea in Italia. I Verdi a Genova discutono di un terreno unitario a sinistra. Dal congresso del Pdci arrivano forti segnali nella stessa direzione. Sappiamo tutti, voi più grandi e noi più piccoli, di essere parziali e transeunti. Ognuno importante per l’esperienza che porta, ma parte di un progetto più ampio. Questa consapevolezza unita al senso di responsabilità verso i nostri militanti ed elettori, mi auguro possa essere il viatico per dare al Paese, non a noi, ma al Paese, ai lavoratori, alle giovani generazioni, una «sinistra senza aggettivi», ma con un sostantivo impegnativo: il nuovo socialismo. Anche per questo occorre non anteporre all’obiettivo dell’unità le nostre appartenenze internazionali, le nostre bandiere parziali, consapevoli che anch’esse sono in via di ridefinizione, tant’è che proprio dai gruppi europei arriva un segnale di unità tra le componenti della sinistra, ovunque collocate. Può nascere così un incontro tra famiglie diverse ma affini che noi, dall’Italia, dobbiamo avere l’ambizione di favorire. Stavolta l’unità della sinistra si deve fare. Abbiamo il dovere di essere all’altezza della sfida.

di PIETRO FOLENA da l'Unità del 05-05-07

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