mercoledì 16 maggio 2007

Dai contenitori ai contenuti

Chiusa la stagione dei congressi le forze politiche che a livello nazionale fanno capo all’Unione, l’inedita alleanza prodiana con l’intera sinistra al governo, si trovano qui nel Trentino a fare i conti con scadenze elettorali prossime venture che obbligano a prender partito riguardo a concrete questioni che stanno a cuore agli elettori: la difesa del territorio sarà una priorità programmatica, anche a costo di un ridimensionamento della bulimia turistica che minaccia di trasformare l’intera provincia in un unico carosello sciistico o in un corridoio di passaggio? La scuola pubblica sarà al centro del programma di governo nonostante il parere contrario degli ambienti confessionali? Il valore aggiunto dell’autonomia verrà usato per incoraggiare la Ricerca e la sperimentazione vincendo le resistenze microcorporative ben presenti nel sottobosco universitario? Nel campo culturale, una sorta di laghetto alpino colpito da eutrofia per eccesso di alimentazione, vi sarà il coraggio di adottare politiche più rigorose nella valutazione della ricaduta dei mille eventi che quotidianamente affollano il quadrante trentino? Il costo della macchina politico-amministrativa trentina è destinato ineluttabilmente a crescere? E’ possibile che la riforma istituzionale, pur facendo i conti con una necessaria esistenza di 223 comuni, porti ad un di più di responsabilizzazione civica e non a un di meno della stessa? Sono alcuni esempi dei temi che un tavolo costituente locale dovrà porre all’ordine del giorno, più che preoccuparsi di che tipo di contenitore sarà quello del nuovo soggetto politico trentino di centrosinistra . Tenere la barra del timone su un programma così impegnativo che richiede sacrifici da parte di tutti richiede esperienza. sangue freddo e un forte radicamento sociale. La sinistra trentina sarà all’altezza della sfida? E’ lecito dubitarne, visto il balbettio programmatico che ha contraddistinto negli anni la sinistra di governo e la scarsa incisività della sinistra di opposizione. Voltar pagina vuol dire smetterla di far riferimento a contenitori politici nazionali astratti: perseverando con questa pratica si finirebbe come in Provincia di Bolzano, dove, come ha giustamente osservato Riccardo Dello Sbarba in un recente dibattito con Lorenzo Dellai e Roberto Pinter, i partiti nazionali italiani sono ridotti a effimere presenze. Perché il Trentino non è in fondo , a parte la lingua parlata, socialmente molto diverso dal Sudtirolo, per cui solo una declinazione in senso autenticamente federalista può dare senso in questa terra ad una presenza politica degna di questo nome. I valori che stanno a cuore al popolo di sinistra potranno essere difesi solo se troveranno accoglienza all’interno del programma di un partito territorialmente ben radicato. Rimbocchiamoci quindi le maniche e cominciamo ad affrontare le questioni nella loro concretezza.

di VINCENZO CALI'

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