sabato 26 maggio 2007

Firme a valanga sulle scuole paritarie: undicimila trentini per il referendum

Undicimila firme contro il finanziamento delle scuole paritarie. Un successo al di là di ogni aspettativa per il gruppo promotore del referendum che ieri ha reso noti i risultati dell'iniziativa.
Oggi alle 16 le firme saranno consegnate al presidente del Consiglio provinciale che dovrà successivamente verificarne la autenticità e indire la consultazione popolare.
«Finora - ha dichiarato Vincenzo Bonmassar , segretario della Uil scuola - abbiamo contato undicimila firme regolarmente certificate con le attestazioni rilasciate dai Comuni. Ritengo che altre cinquecento siano in via di definitiva convalida». Un numero che supera di gran lunga l'obiettivo delle ottomila adesioni richiesto dalla legge provinciale che regolamenta il referendum.
I promotori chiedono l'abrogazione di due parti della legge Salvaterra: il comma 7 dell'articolo 35 che riguarda la distribuzione delle scuole paritarie all'interno del piano provinciale del sistema educativo e l'intero articolo 76 che contiene disposizioni per la concessione di assegni agli alunni e di contributi alle scuole paritarie (compreso il finanziamento per l'acquisto di arredi e di attrezzature, una novità introdotta dalla legge Salvaterra).
«Una legge orrenda - ha commentato Bonmassar - approvata alla fine di luglio del 2006 in modo inconsapevole da un ceto politico palesemente in crisi».
Evidente la soddisfazione dei promotori. «Le undicimila firme - ha affermato il consigliere provinciale di Rifondazione comunista Agostino Catalano - rappresentano una risposta forte da parte della gente. Il nostro obiettivo è quello di aprire un dibattito a difesa della scuola pubblica, da troppo tempo umiliata e presa in giro con mezze riforme. Questo risultato è di buon auspicio per l'esito del referendum».
In risposta alle affermazioni di monsignor Umberto Giacometti , rettore del Collegio Arcivescovile, l'esponente di Rifondazione ha chiesto al rettore dell'Arcivescovile di «rientrare nei limiti di un dialogo civile» perché «ha passato il segno in un crescendo iroso di dichiarazioni alle quali le istituzioni provinciali dovrebbero rispondere».
Il consigliere della Sdr Mauro Bondi ha evidenziato i costi tutt'altro che contenuti delle scuole private. La scoperta di un nuovo finanziamento di 77.000 euro della Regione all'Arcivescovile ha convinto l'esponente dei Ds a presentare una interrogazione per conoscere l'ammontare preciso dei contributi pubblici alle scuole paritarie sotto le diverse voci. «Soldi sottratti alle scuole pubbliche - ha sostenuto Bondi - in contrasto con il "senza oneri per lo Stato" stabilito dalla Costituzione».
Per Antonio Iovene , insegnante del direttivo della Uil, il finanziamento alle paritarie è indice di un modello di scuola non repubblicano, non democratico, non costituzionale.
Paolo Maccani ha ricordato le lotte del movimento degli studenti contro il sostegno alle scuole private.
Fabrizia Bort , esponente dei Leali, ha chiesto ai politici di uscire dall'ambiguità e di schierarsi.
A sostegno delle proprie tesi, Nicola Zoller ha citato il passo di un discorso del cattolico John Kennedy del 1960: «Io credo in un'America dove nessuna chiesa o scuola confessionale abbia finanziamenti pubblici o preferenze politiche».
Tutti hanno sottolineato che il referendum non rappresenta una battaglia contro le private («Che nessuno vuole chiudere»), ma a favore della scuola pubblica.
«Undicimila persone - ha concluso Bonmassar - hanno dimostrato che esiste un Trentino diverso da quello tradizionalista che ci viene continuamente propinato». Il presidente del Consiglio provinciale ha quindici giorni di tempo per verificare la validità delle firme. Il referendum potrebbe tenersi alla fine di ottobre.


di PAOLO BARI da l'Adige del 26/05/07

Nessun commento: